Noi, nemici del pianeta vivente(5488)

lunedì, marzo 14th, 2011 (5488)

Video di Daniele Di Giacomo, 17 anni di Roma, con le musiche di Sergio Di Giacomo.

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Noi nemici del pianeta vivente(5434)

mercoledì, marzo 2nd, 2011 (5434)

Video di Arianna Orlando, 19 anni, di Roma

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Arne Naess, una soluzione al problema ecologico(5399)

martedì, marzo 1st, 2011 (5399)

Una riflessione sull’equalitarismo biosferico proposto dal filosofo nel secondo anniversario dalla sua morte Articolo di Lorenzo De Donato, 20 anni, di Salerno

Due anni fa moriva il filosofo norvegese Arne Naess, il teorico dell’ecologia profonda, il promotore di un’innovativa e radicale etica ecologica. La visione ecologica di Naess, ispirata dal principio gandhiano della non-violenza, implica che ogni essere vivente ha un uguale diritto a vivere e a svilupparsi. Mentre l’approccio ecologico tradizionale affronta i problemi ambientali da un punto di vista umano e antropocentrico, la deep ecology teorizza che tutte le forme di vita, non solo quelle umane, «hanno un eguale diritto a vivere e a realizzarsi pienamente». Naess contrappone all’antropocentrismo tipico di qualsiasi etica dell’ambiente, anche la più efficace e rispettosa, un radicale biocentrismo, in cui ad essere messo al centro non è l’uomo, ma il bios, la vita, in tutte le sue forme, da quella umana a quella animale, da quella vegetale a quella minerale. L’idea del filosofo norvegese, dunque, è quella di un riconoscimento dell’egualitarismo biosferico, unica posizione ideologica veramente ecologica e realmente in grado di mutare le sorti del pianeta. Si tratta di un cambiamento innanzitutto dell’atteggiamento mentale degli uomini, prima che del comportamento pratico.
Naess afferma che il diritto alla vita è un «diritto universale», appartenente ad ogni forma di vita, dunque «nessuna specie vivente può beneficiare del diritto a vivere e a riprodursi più di un’altra». Ognuno ha il diritto a realizzare se stesso, ma ha anche il dovere di farlo non egoisticamente bensì sentendosi parte di un tutto. Ne deriva una nuova concezione del sé che distrugge la tradizionale credenza nella supremazia dell’essere umano rispetto all’ambiente naturale, permettendo così di concentrare l’attenzione sul valore di ogni singola forma di vita. Questa posizione porta ad un sistema di valori radicalmente diverso da quello antropocentrico: si tratta di un vero e proprio ecocentrismo. (altro…)



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EcoLogo(5326)

martedì, marzo 1st, 2011 (5326)

Rivista di idee e pensieri sull’ambiente che cambia, realizzata dalla redazione del gruppo Ripplemarks di Firenze, ovvero da Bernardo Bozza, 19 anni, Giacomo Sansoni, 20 anni, Francesco Romano, 20 anni, Agnese Macerini, 19 anni, Lucia Dattolo, 19 anni.

EcoLogo ridotto







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La scelta di Gaia(5323)

martedì, marzo 1st, 2011 (5323)

Video ideato, diretto, realizzato, interpretato da Giorgia Darmanin, quasi 20 anni, di Milano, già vincitrice di Giornalisti Nell’Erba 4, coordinatrice GNE Lombardia


cod. conc. 2911192012

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L’Uomo, figlio ingrato di Madre Terra(5319)

martedì, marzo 1st, 2011 (5319)

Editoriale di Gaia Zol, 19 anni, di Camino Al Tagliamento (Udine)

Il mondo nasconde arcobaleni, quegli archi colorati che uniscono due punti lontani. Tra le onde del mare, nasconde una musica soave, piena di diverse note che si incontrano in un’unica orchestra.

Le fronde degli alberi danzano al vento profumato dai petali dei fiori. Gli animali giocano liberi, rincorsi dal polline dei cipressi.

Il mondo è felice, variopinto e incantevole.

Il nostro pianeta è bello, siamo noi uomini a essere sbagliati.

Non ci fermiamo mai a guardare le farfalle, ad ammirare l’alba e non ascoltiamo il cinguettio dei pettirossi. Non sappiamo apprezzarlo, questo mondo, che ci dà frutti e stelle. Calpestiamo la terra che ci offre, non la veneriamo più come una Madre che da un giorno all’altro potrebbe lasciarci orfani. Strappiamo le radici agli alberi che ci portano respiro nuovo, rubiamo spazio e vita a un mare che ci porta sogni di isole lontane, soffochiamo il cielo.

Sembra che tutto si possa vendere, che tutto abbia una sua etichetta e un suo prezzo, ma non certo un valore che vada oltre il profumo del profitto. (altro…)



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Quel puzzle chiamato mondo(5272)

martedì, marzo 1st, 2011 (5272)

Articolo di Veronica Francomacaro, 17 anni, di Gallarate (Varese).

«I giovani sono il futuro»: è vero. E io mi sento parte di questo futuro. Un giorno spetterà a me e a tutti i ragazzi che riempiono i miei stessi banchi di scuola, che trascorrono le serate con gli amici nei miei stessi locali, prendere decisioni più importanti del “cosa mi metto stasera?” o del “come convinco mamma e papà a mandarmi alla festa?”. Dovremo scegliere per il bene del paese, votare, esprimere  un’opinione e avere la forza di volontà e la costanza di lottare per essa.  Molto spesso non ci facciamo sfiorare dai problemi che ci circondano. Il nostro mondo ha il perimetro della scuola, della casa in cui viviamo, del bar che abitualmente frequentiamo: tutto quello che è al di fuori di questi pochi metri e chilometri non sembra preoccuparci.                                                                 
Piuttosto che camminare per le strade, sotto un cielo bagnato dalla luce del sole o dalle prime gocce di pioggia, preferiamo sfrecciare sull’asfalto con la macchina dei nostri genitori e la nostra esuberanza di neo patentati. Piuttosto che aspettare di trovare un cestino, appiccichiamo le gomme da masticare sotto i banchi, buttiamo le cartacce per terra, i rifiuti nei boschi o nei laghi e ci crediamo grandi nel fare questo, ci sentiamo potenti e indistruttibili. Crediamo di fare del male all’ambiente ma non capiamo che il danno maggiore lo procuriamo a noi stessi.               
Sono sicura che se il mondo potesse guardarci riderebbe per il nostro comportamento, ci guarderebbe con fare maligno e forse anche con un po’ di compassione perché pretendiamo di andare avanti, di scoprire e capire quello che ancora ignoriamo, ma siamo i primi a rovinare ciò che già qualcuno ha deciso di donarci. Siamo incontentabili, lo siamo fin dalle origini: Adamo ed Eva vivevano in un Paradiso Terrestre, eppure sono riusciti a violare anche quell’ambiente idilliaco messo a loro disposizione. Noi non siamo diversi; ripetiamo lo stesso “peccato” ogni volta che lasciamo che una carta bianca, un sacchetto di plastica si posino sul verde di un prato, rovinando quel grande e meraviglioso dipinto che è la natura.  (altro…)



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Living Human, Living Planet(5199)

lunedì, febbraio 28th, 2011 (5199)

Articolo di Aureliano Gherbini, 19 anni, di Tradate (Varese)

L’enorme e mostruosa inconsapevolezza umana sui temi ambientali non porterà alla distruzione del nostro pianeta, ma alla dipartita del genere umano. L’essere umano è primariamente la potenziale vittima della totale non curanza ambientale. Sovente le preoccupazioni, i timori, i nervosismi e le angosce relativi al futuro dell’ ambiente in cui viviamo appaiono scissi da quello che riguarda più propriamente l’essere umano, ossia l’ abitatore dell’ ambiente stesso, ed il suo avvenire. Il cosiddetto ecosistema, in questi casi, viene magicamente slegato dal principale protagonista del sistema  stesso, e parlando di natura, di biodiversità e di inquinamento ci dimentichiamo del protagonista attivo di questi processi, in un certo senso, del loro creatore. La scienza, la politica, gli esseri umani in generale, non hanno il dovere di salvare il pianeta: devono innanzitutto salvare loro stessi. La fine dell’ equilibrio sistemico sarà soltanto temporaneo ed inevitabilmente si riassesterà nel corso dei secoli. Ma qual lasso di tempo sarà abbastanza lungo da poter decretare la morte della nostre specie. Ritengo che sia questa la fondamentale chiave di lettura di ogni questione ambientale. La mia riflessione non vuole essere tecnica ma squisitamente filosofica. Cosa vuole l’uomo dall’ambiente in cui vive? Cosa può l’uomo nell’ambiente in cui vive? Per rispondere a queste domande, non posso che volgere lo sguardo all’ epoca in cui viviamo. Quella che vari pensatori ed intellettuali hanno definito come post-moderna, è un’epoca caratterizzata dall’assenza di un senso generale condiviso e dalla consapevolezza che tutti le grandi giustificazioni religiose o metafisiche che l’uomo ha accettato nel suo passato storico non furono altro che illusorie meta-narrazioni. (altro…)



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Né prima né dopo: è ora il momento!(5056)

venerdì, febbraio 25th, 2011 (5056)

Inchiesta di Laura Catini,18 anni,  Andrea Sorrentino, 16 anni, Marco Boriglione, 16 anni, del liceo Manara di Roma (al testo, segue un “Perché leggere il nostro articolo?” degli autori)

Il nostro articolo non vuole essere né allarmistico né profetico.

Nel servizio non vedrete orsi polari costretti a stare in punta di piedi, perché non hanno più ghiaccio su cui posarsi. Vuole essere piuttosto un’attenta analisi del rapporto conflittuale tra l’essere umano e l’ambiente e le possibili soluzioni che si potrebbero applicare.

Facendo un sondaggio su un campione di quarantasette ragazzi tra scuole secondarie di secondo grado e università di Roma, è emerso che di questi,trenta utilizzano prodotti inquinanti e trentasei non fanno la raccolta differenziata. Oggi si parla tanto dei danni che l’uomo procura all’ambiente, dei rimedi possibili, sta diventando quasi un discorso noioso,  eppure sembra che il ritmo di inquinamento ambientale invece di decrescere, aumenti e che sentiamo la tutela dell’ambiente quasi come un dovere, invece di vederla come un’azione spontanea e a nostro vantaggio.

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Natura, fonte di vita o oggetto da sfruttare?(5020)

venerdì, febbraio 25th, 2011 (5020)

I meccanismi cognitivi alla base del rapporto uomo-natura – di Martina Cavallaro, 19 anni, di Tradate, coordinatrice GNE Lombardia, già vincitrice di GNE4.

Pochi lo sanno, ma l’Unione Europea ha dichiarato questo l’anno delle foreste. Lo scorso anno era stato dedicato alla biodiversità. In questo modo L’UE cerca, come tante associazioni e istituti che si occupano di ambiente in Italia e nel mondo, di concentrare l’attenzione su tutte quelle realtà che crediamo scontate ma che stanno via via scomparendo dallo scenario naturale.

Inutile negarlo,  l’aspetto del mondo sta cambiando e i problemi che si affacciano su questo nuovo millennio sono tanti, anche nel nostro Paese, come ci dice Alessia Sacchetti, consigliere del WWF Lombardia. “Il primo è quello della conservazione della biodiversità: purtroppo le estinzioni delle specie, il consumo del suolo sono problemi gravi a cui il governo italiano non ha ancora posto rimedio. Un obiettivo molto importante proprio di quest’anno è stato il raggiungimento di una strategia nazionale per la biodiversità, che dovrebbe regolare a livello territoriale qualsiasi tipo di operazione volta  a ledere degli importanti ecosistemi. A livello mondiale il problema della biodiversità si lega anche a quello dei cambiamenti climatici.” Sono tantissime le specie in via di estinzione:  “la tigre, l’orango, il tonno rosso, e purtroppo tante altre. Da noi ad esempio le tartarughe di mare, la cui popolazione sta diminuendo a causa dell’utilizzo delle reti da pesca, dove restano accidentalmente soffocate.” (altro…)



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