Storie di vite “oltre”(14854)

martedì, dicembre 9th, 2014 (14854)

Storia di una famiglia di Genova, una famiglia “oltre”, ovvero di “tre persone che dimostrano con i fatti il loro Amore per il nostro pianeta”, della 2 E dell’I.C. Corradini di Roma coordinata da Maria Grazia Antonella.

La II E ha anche intervistato la Preside Maria De Biase dell’I.C. “Teodoro Gaza” di San Giovanni a Piro (Sa), la “preside terra terra” che ha vinto il Premio cittadino europeo.

La nostra ricerca di vite “oltre” ci ha portato a conoscere una persona veramente eccezionale. Talmente eccezionale che se ne sono accorti anche al Parlamento Europeo, assegnandole un premio come uno dei migliori Cittadini Europei. Lei è Maria De Biase, preside dell’Istituto comprensivo “Teodoro Gaza” di San Giovanni a Piro, in provincia di Salerno. Una scuola molto particolare, in cui i bambini coltivano da sé ciò che occorre per fare una genuina “ecomerenda”, in cui l’attenzione per l’ambiente è massima e si cerca di applicare alla lettera la regola delle 3 R (Riduci, Riusa e Ricicla). Ecco come si è raccontata a noi in un’intervista virtuale:

Com’è nata l’idea del progetto di “educazione alla ruralità”?
Sono nata e cresciuta a Marano di Napoli, un paese a nord di Napoli. Figlia di contadini, mi sono sempre occupata di scuola. Ho cominciato a fare l’insegnante appena diciottenne, oggi ne ho 55. Con gli anni mi sono occupata soprattutto di educazione alla legalità, anche insieme a Libera, l’associazione di don Ciotti. Diciamo che per oltre 20 anni ho lavorato sull’emergenza, sulle dinamiche mafiose, sul degrado, sull’inquinamento da rifiuti tossici che ha devastato la mia terra. Nel 2007 ho superato il concorso per dirigenti scolastici e mi sono trasferita in provincia di Salerno, nel Cilento. Avevo voglia di misurarmi con una pseudonormalità che mi era mancata. Volevo provare a capire cosa può realizzare una scuola in condizioni di normalità.

Quanto tempo ci è voluto per realizzare questo progetto?
Ho cominciato subito, appena arrivata nel Cilento, nel 2007. Da allora non ci siamo mai fermati.

Come hanno reagito genitori, alunni ed insegnanti a questa iniziativa?
In tanti hanno reagito male, almeno all’inizio. Erano perplessi, i docenti si sentivano “declassati”, ritenevano offensivo che volessi mandarli a zappare! Oggi sono in tanti a seguirmi, a condividere questa idea di scuola. Molti si sono formati, sono preparati e capaci. Tanti sono più avanti di me. Tanti genitori, quando abbiamo cominciato, si sono mostrati ostili e diffidenti. Oggi la comunità ci guarda con attenzione e molti adulti partecipano attivamente alle attività della scuola.

Cosa piantate nell’orto?
Realizziamo orti sinergici ed orti tradizionali. Tutti biologici. Coltiviamo tutti i tipi di ortaggi: insalate, piselli, fave, agli, cipolle, pomodori, zucche, zucchine, melanzane, finocchi, ecc. ecc. I prodotti vengono utilizzati per le merende.
Abbiamo piantato, nei giardini delle scuole, tanti alberi da frutto autoctoni che stanno cominciando a produrre frutta buona, sana, biologica, locale per i nostri bimbi e nostri ragazzi.

In cosa consiste l’eco-merenda?
L’ecomerenda è una filosofia di vita. Abbiamo eliminato le merendine confezionate e gli altri prodotti spazzatura destinati all’alimentazione dei ragazzi. Abbiamo introdotto pane e olio, pane e marmellata, miele, frutta, ortaggi, frutta secca, dolci fatti dalle mamme, pizza locale, succo d’arancia, ecc. ecc. Insomma, nulla di industriale, tutto a km zero e fatto con le nostre mani!

Oltre a cibarvi delle cose dell’orto, comprate molti prodotti dal supermercato?

Per l’ecomerenda compriamo al panificio grandi pezzi di pane nero, fatti con farine locali e lievito madre. L’olio lo facciamo raccogliendo le olive da alcuni alberi dei nostri giardini. Le marmellate e il miele ce li regalano le famiglie. Anche la frutta fresca e la frutta secca ci viene offerta dai privati.

Ai ragazzi date mai cibi fuori stagione (ad esempio, la mensa prepara mai pasta e zucchine in inverno)?
Le mense non sono di mia competenza. Visto, però, il lavoro che stiamo facendo e la sensibilità sui temi alimentari che si sta diffondendo, anche le mense stanno cambiando e si stanno adeguando ai nostri princìpi. Evitano prodotti fuori stagione, preferiscono il locale e soprattutto accettano i nostri prodotti, quando sono in eccesso per le ecomerende. Noi abbiamo tutte cucine in loco, con personale locale, molti dei dipendenti appoggiano i nostri princìpi.

Ai maestri e ai bambini piace questo tipo di alimentazione?
I bambini sono i nostri maggiori alleati. Sono felici di mangiare quello che noi proponiamo. Il momento dell’ecomerenda è sempre pieno di allegria, sorrisi e felicità. I docenti hanno capito. Ora, poi, si sentono protagonisti. Arrivano riconoscimenti e premi importanti. Aiutano a farci sentire confermati e sulla buona strada.

Che cosa riciclate e quali azioni mettete in atto per essere il più ecologici possibile?
Non utilizziamo l’usa e getta, nemmeno nelle mense, abbiamo ridotto la plastica, si beve acqua di fonte, niente bottiglie di plastica. Recuperiamo l’olio esausto alimentare e produciamo sapone che viene utilizzato nei bagni della scuola. Il resto lo vendiamo nei nostri mercatini e con il ricavato aiutiamo le nostre famiglie in difficoltà, con il resto sosteniamo due progetti di solidarietà in Senegal ed in India.
Compostiamo il nostro umido, costruiamo compostiere a chi ne fa richiesta. I bambini di V elementare, accompagnati dalle maestre, vanno a casa della famiglia che ne fa richiesta. Per gli addobbi utilizziamo sempre materiali di scarto.

Da quando avete messo su questi progetti, le iscrizioni nella scuola sono diminuite o aumentate?
Qui abbiamo seri problemi con la crisi. Molte famiglie hanno ricominciato ad emigrare. Gli alunni diminuiscono. Alcuni, però, si sono trasferiti appositamente da noi. Una famiglia di Napoli e una di Milano si sono trasferite da noi per permettere ai loro bambini di frequentare la nostra scuola. Una signora di Londra si è trasferita con la sua bambina perché ritiene troppo importante il nostro percorso scolastico.

Cosa vorrebbe che apprendessero i ragazzi negli anni trascorsi nel suo istituto?
Vorrei che sapessero diventare cittadini responsabili ed eticamente corretti. Che sapessero apprezzare la grande bellezza del nostro territorio, che imparassero a saperlo valorizzare e a saperlo proteggere. Che trovassero qui i percorsi lavorativi e non si sentissero costretti ad andare via.

Ha altri progetti in mente?
Ho tanti progetti in mente! Da 2 anni abbiamo cominciato con un progetto che insegna agli alunni a costruire strumenti musicali con i rifiuti. Uno dei miei sogni è quello di formare un’intera orchestra fatta tutta di rifiuti!

Oltre a portare nella scuola il suo amore per l’ambiente, anche al di fuori dell’ambito scolastico lei adotta uno stile di vita ecologico? Se sì, in che modo?
Ho un orto che coltivo da sola con grande passione, compro solo prodotti locali, preferendo i piccoli produttori. Ho ridotto i rifiuti, composto il mio umido, ho 3 galline, mi preparo pane e biscotti con la farina locale e tanto altro!

Perché recentemente è stata premiata dal Parlamento Europeo?
Il parlamento europeo mi ha premiato per le buone pratiche adottate a scuola. Chi ha proposto la mia candidatura per questo premio è stato il parlamentare europeo Dario Tamburrano, che mi ha scelto per il fatto di portare avanti un progetto che supporta i valori della protezione ambientale e dei diritti dei minori a ricevere le attenzioni e la protezione necessaria per il loro benessere, come previsto dalla Carta Europea dei Diritti Fondamentali.

In un momento in cui si parla tanto di “buona scuola”, abbiamo trovato qualcuno che la buona scuola la fa davvero! La speranza è che il caso di Maria De Biase e del suo istituto non rimanga isolato, ma faccia da traino per creare tante realtà sempre più attente all’ambiente, alla salute dei bambini e di chi lavora con loro e al recupero di sane abitudini.

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Mola di Bari, un transistor monitora le “pattumelle” di ogni famiglia(14835)

sabato, dicembre 6th, 2014 (14835)

Intervista all’assessore all’ambiente del comune di Mola di Bari, Michele Palazzo, e articolo sulla discarica Martucci, realizzati dalla redazione della I A indirizzo sociosanitario dell’ISS Morea de Lilla di Conversano (Bari), coordinata da Loredana Brunetti

Gli alunni della 1^A O. S.S. chiedono: “CHIUDIAMO LA DISCARICA MARTUCCI”

Il problema della discarica è partita circa 40 anni fa. Le informazioni di questo problema sono arrivate da persone che frequentavano la zona a partire dagli agricoltori, ma soprattutto da un traffico accentuato di tir che passavano di lì, ma anche da delle confessioni di operatori che lavoravano all’interno della discarica.
Il 15 Gennaio 2015 c’è stata un’udienza preliminare dove si sarà deciso se questo deve essere riconosciuto come “disastro ambientale”.
Da esiti di uno studio epidemiologico condotto da alcuni medici di base nei territori di Mola Di Bari, Monopoli, Rutigliano, Turi, Castellana Grotte e Noci, provincia di Bari si nota un’incidenza discretamente più alta di individui con tumori all’apparato respiratorio nei comuni di Monopoli con 38,1%, Mola Di Bari con 34,2%, Rutigliano con 33,7% rispetto al dato nazionale che si attesta sul 31,2%. Anche per individui con tumori al sistema nervoso si sono notate discrepanze a Castellana Grotte con 18,5%, Turi 18,1%, Conversano con 14,4%, Noci con 13,9% e Monopoli con 12,6% rispetto al dato regionale che si attesta al 10%.
Per avere un quadro della situazione ambientale bisognerà attendere l’esito della perizia disposta dal giudice. Sarebbe stata rilevata dall’Arpa la presenza di ferro, magnese e piombo nella falda acquifera. Sarebbero presenti anche nitriti e ammoniaca. È stata riscontrata anche un elevato presenza di nitrirti non dipendenti dall’agricoltura, ma dall’ossidazione dell’elevate concentrazioni di ammoniaca provenienti dalla discarica. I metalli pesanti sono finiti sui campi. I carabinieri hanno sequestrato i pozzi, in prossimità delle vasche di soccorso, in contrada Martucci in Conversano. Nonostante i vari tentativi di bonifica dei vasconi e l’allestimento di nuove due vasche, l’impearmeabilizzazione non sarebbe stata fatta in modo adegua tanto da causare ancora perdite. L’argilla avrebbe dovuto isolare la struttura, ma questa praticamente non esiste e quella che c’era, vista la natura della zona, è stata lavorata in modo sbagliato. A sostenere la tesi questa volto non sono fanatici ambientalisti, né i Carabinieri del Noè e né la procura.
Lo dicono i periti nominati dal GIP di Bari, Annachiara Mastrorilli, che dal 9 al 26 settembre hanno realizzato nella la struttura undici campionamenti alla presenza anche dai periti di parte.
In attesa della relazione finale, i report depositati dai periti lasciano poco spazio ai dubbi: LA DISCARICA NON E’ STATA REALIZZATA COME AVREBBE DOVUTO e soprattutto la situazione nella quale si trova, non sarebbe assolutamente compatibile con l’esercizio.
Le vasche perdono tutte e le conseguenze possiamo immaginarle. Dovevano essere definitivamente chiuse, ma questo non accade mai, nostante il pm Baldo Pisani avesse chiesto l’ennesimo sequestro dell’nell’aprile del 2014.
Continuano ad essere predisposti dei controlli che vedono comunque indagati 11 responsabili.
L’impianto fu costruito dalla ditta Lombardi utilizzando in buona parte con fondi pubblici. Certo ad oggi la discarica continua a funzionare. Ogni giorno camion blindati arrivano uno dopo l’altro. Arrivano da tutte le parti d’Italia scaricando di tutto ai danni dell’intera popolazione locale e dei paesi limitrofi.
Quale potrebbe essere una soluzione al problema?
Come sostenuto dal Presidente di Lega Ambiente di Mola di Bari (vedi intervista) la soluzione sarebbe di RICONVERTIRE una parte dell’impianto in un IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO. Cioè trasformare l’umido in COMPOST cioè fertilizzante. Quando, come e quali saranno i tempi di tale realizzazione non è possibile saperlo.
Ultima domanda: Sogno o realtà vivere in un mondo dove c’è il rispetto della natura e dell’uomo?


OLTRE: PENSARE AL FUTURO GUARDANDO AL PASSATO(14513)

martedì, dicembre 2nd, 2014 (14513)

“Una favola a lieto fine. C’erano una volta una pecora Gentile e un maiale nero che vissero felici e contenti”, scrivono i redattori di Parola Nostra, ossia i giornalisti Nell’erba dell’I.C. di Bovino, Castelluccio dei Sauri, Panni (Fg) coordinati dalla docente Anna Maria Gesualdi, nella descrizione del video. E inoltre: “La canapa, una risorsa ecologica dai mille usi

cod conc, 703142155



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Sentieri di terra per il cambiamento(11513)

sabato, marzo 15th, 2014 (11513)

Video-reportage realizzato dalla redazione scolastica della scuola secondaria di I grado, Istituto Margherita di Bari, in concorso per “Giornalisti nell’erba 8″, insegnante referente Lucio D’Abbicco.

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Lago per tutti, cemento per nessuno(11494)

sabato, marzo 8th, 2014 (11494)

A Roma, nella zona di largo Preneste, si trova un lago naturale. Fino ad ottobre del 2013 pochi abitanti erano a conoscenza di questo lago. Nato per caso, durante la costruzione di un centro commerciale, è emerso in una delle zone più densamente popolate d’Italia ma allo stesso tempo si è andato ad innestare affianco al, già esistente, Parco delle Energie, un miraggio di verde in cui il verde urbano pro-capite non rispetta le norme del Piano Regolatore. La “battaglia” che si è innestata è tra cittadini, costituitisi in un Forum territoriale, e istituzioni. I primi vogliono che venga tutelato il verde, i secondi danno priorità ad un progetto di ricostruzione edile.

Un’inchiesta di Veronica Di Benedetto Montaccini, 21 anni – Nicola Gesualdo, 29 anni – Veronica Pavoni, 22 anni – Michele Trotta, 25 anni

Ringraziamenti a Giusi Palomba e a Giordano Pennisi (Riprese video del 12 ottobre 2013 http://www.scattomancino.com/)


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