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Racconto di Gabriele Ripandelli, 18 anni, di Perugia.

Nessuno parlava. Nell’aula regnava il silenzio. L’unico rumore che si poteva sentire era quello dello scorrere delle penne sui fogli. Era una cosa molto strana per una classe di un liceo. Dei ragazzi soprattutto all’età di 18 anni in grado di seguire con quell’attenzione il docente non si erano mai visti. Eppure I 25 ragazzi dello scientifico di Perugia non osavano mai parlare durante le spiegazioni di Belardinelli. Non si capiva  il perché. Non credo fosse tutta causa dell’interesse per la materia che in una situazione del genere si sarebbe dovuto chiamare passione vera e propria. Non era neanche la paura per gli esami in cui scienze aveva un ruolo chiave e che ormai erano veramente vicini.  La condizione oramai era la stessa da due anni. Forse era il terrore che quella testa pelata di prof suscitava in loro. Probabilmente era cosi’…. (continua sfogliando qui sotto)

Oro verde: il “petrolio” del futuro

Multinazionali e cementificazione, i killer della terra. Stop allo sfruttamento intensivo del suolo.

di Clara Marangoni, 18 anni, dell’ISS Luciano Dal Cero di San Bonifacio (Verona)

cementificazione2“Tenetevi caro il pezzo di terra che avete, perché un giorno varrà quanto l’oro”.

Queste sono le parole che mia madre si è sentita ripetere fin da piccola da suo nonno.

Saranno passati quarant’anni, ma mai un’affermazione poteva essere più vera: l’agricoltura, il terreno, sono da sempre indispensabili per la nostra sopravvivenza ed il nostro benessere. Senza di essi non avremmo la maggior parte del cibo che portiamo sulle nostre tavole o le varie risorse minerarie che hanno permesso lo sviluppo della nostra società.

Purtroppo, questo non è bastato a fermare l’istinto distruttivo dell’uomo.

Secondo l’European Environment Agency l’Europa è uno dei continenti con maggior sfruttamento intensivo del suolo (circa l’80%), soprattutto per insediamenti abitativi ed infrastrutture industriali. Le richieste di territorio all’Unione Europea da parte di imprese e governi è nettamente superiore al suolo ancora realmente sfruttabile.

Le conseguenze sono molto gravi: l’utilizzo estremo del terreno è uno dei fattori con maggiore impatto sul cambiamento ambientale, in particolare sulla qualità della vita, gli ecosistemi e la gestione delle infrastrutture.

Questa ricerca eccessiva di risorse sta creando una situazione catastrofica, di non ritorno. La terra riesce sempre meno a sostenere ulteriori sfruttamenti e cambiamenti.

A questo proposito, i governi dei singoli Paesi e l’UE hanno chiamato tutti, dai singoli cittadini alle imprese, alla sostenibilità, decretando di cercare di ridurre la cementificazione entro il 2050. Certo, è un grosso obiettivo ed un buon proposito. Ma se fosse troppo tardi? Perché hanno aspettato che le condizioni diventassero quasi irreversibili prima di agire?

Ci sono aree del mondo dove la percentuale di cementificazione e sfruttamento del suolo sta raggiungendo livelli fin troppo elevati ed uno di questi è proprio la pianura padana.

Secondo un’inchiesta de L’Espresso, le due città con le maggiori colate di cemento sono Milano e Torino mentre il Veneto è la regione con più consumo di suolo in un’area che si estende dal Lago di Garda fino alla provincia di Venezia.

Nonostante gli incentivi da parte della Comunità Europea per fare in modo che il suolo consumato non sia superiore al suolo ancora recuperabile, proprio quest’ultimo è ormai inesistente, mentre quello occupato da abitazioni, impianti ed infrastrutture aumenta sempre di più.

Purtroppo per noi (e per il pianeta) non siamo gli unici peccatori: tra le aree più martoriate e sfruttate dalle multinazionali rientrano l’Africa ed il Sudamerica. In questo caso a risentire dell’impatto ambientale non è solo il terreno, ma anche la popolazione locale.

Col passare del tempo, le multinazionali hanno assunto il controllo di vasti territori, in Africa per il petrolio e le risorse minerarie, in Sudamerica per la costruzione di nuovi insediamenti e piantagioni intensive, costringendo la gente ad abbandonare le proprie case e tutto ciò in loro possesso (l’espropriazione forzata è uno dei principali motivi che spinge i profughi verso l’Europa) per lasciare spazio a pozzi petroliferi e miniere che inquinano sempre di più i cosiddetti “polmoni della Terra”, come le foreste del Congo e la foresta amazzonica, ingigantendo quello che è già uno dei problemi ambientali più discussi: la deforestazione.

Se pensate che i governi locali intervengano per prevenire queste fughe di massa, beh vi sbagliate.

Senza un “piccolo aiutino” dall’interno, come avrebbero fatto le multinazionali ad insediarsi così fortemente in questi ricchissimi territori?

E dunque, alla luce di questi fatti europei e non, quali possono essere le soluzioni per fermare almeno una delle piaghe che sta distruggendo il nostro pianeta? Tornare ad un’agricoltura più sostenibile, rispettosa dei tempi della natura e che impieghi prodotti meno invasivi, tornare a sementi antiche, quasi perdute, e che hanno comunque il vantaggio di essere assai resistenti, in Europa come nel resto del mondo, anche laddove è possibile avere nuovi terreni resi fertili.

Inoltre, bisogna veramente puntare al massimo recupero del ricchissimo patrimonio immobiliare esistente, basta nuovo cemento.

Il nostro mondo necessita di maggiore equità in ogni ambito; ogni uomo deve essere educato in modo etico e sostenibile, nel rispetto di tutto e di tutti, soprattutto della nostra Madre Terra, i cui frutti saranno le “pietre” preziose del futuro.

Altro che petrolio, possiamo anche farne a meno: il vero oro, non nero ma verde, sarà l’agricoltura, sarà il cibo per sfamare l’umanità.

 

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Storia di una famiglia comune: dalle stalle alle stelle

di Casciaro Pierpaolo, 12 anni, Corigliano Calabro

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In ogni famiglia normale è necessario tenere in buon conto il cosiddetto bilancio di  sostenibilità,  ovvero prestare massima attenzione alle spese correnti e ai comportamenti tenuti nella quotidianità, al fine di evitare sprechi e atteggiamenti negativi che si possono ripercuotere su tutti i componenti familiari.
Ritengo sia in primo luogo una questione culturale, ovvero, spiegare e far capire  ai componenti di una famiglia come evitare  sprechi inutili e spese pazze.        Molte sono le azioni positive che si possono  intraprendere su come gestire le entrate (ad esempio lo stipendio) e rendere serena e virtuosa la vita in comune.
Questa premessa la voglio collegare ad una storia che vi voglio sinteticamente raccontare e che riassume quanto detto sopra.

Viveva vicino casa mia una famiglia composta da: padre, madre e due figli. Il padre era un impiegato pubblico nonché l’unica persona della famiglia a percepire uno stipendio.

Tuttavia, sebbene non avessero altre entrate, mantenevano un tenore di vita al di sopra delle loro possibilità economiche: non badavano  a spese e a sprechi che quotidianamente perpetravano, in tutto ciò conducevano una vita molto sregolata.

In particolare, possedevano due auto di lusso, vestivano sempre griffati, frequentavano  continuamente locali di lusso, in casa non badavano agli sprechi:  le luci nelle stanze erano sempre accese, sia di giorno che di notte, consumo esagerato di acqua potabile ed un incredibile spreco di cibo che, puntualmente finiva nella spazzatura, senza nemmeno preoccuparsi di differenziare.
Tutto  ciò ed altro ancora li portò in pochi mesi ad indebitarsi con le banche, per far fronte al loro alto tenore di vita e a litigare continuamente tra di loro e con i vicini, non potendo far fronte ai loro vizi. Era una famiglia che si stava sfasciando velocemente.

Un giorno però, la situazione cambiò radicalmente, sarà che si resero conto di aver preso una brutta piega, sarà che le banche decisero di negare altro credito minacciando altresì azioni legali (tutte notizie riportate dai vicini di casa), per cui  la famiglia capovolse radicalmente la sua vita e, in breve, da esempio negativo per tutti divenne esempio da seguire e da ammirare.

Vennero  eliminati  tutti gli sprechi fatti fino ad allora: le luci in casa venivano accese solo quando era necessario, l’acqua potabile veniva utilizzata con maggiore saggezza e solo per alcune circostanze, maggiore attenzione alla raccolta differenziata dei rifiuti, veniva acquistato solo il cibo necessario al loro sostentamento, anzi, essendo la loro casa circondata da un piccolo appezzamento di terreno, il papà e la mamma, durante le ore libere lo coltivavano rifornendo verdura fresca e biologica a tutta la  famiglia, ma anche  agli amici e ai vicini di casa che avevano ripreso a frequentare con assiduità.

Uscivano pochissime volte e quando rimanevano in casa cenavano sempre insieme e sempre insieme decidevano come passare la serata: insomma, ricrearono un’armonia familiare esemplare e gioiosa, così come non era mai stato  precedentemente.

Questa breve storia ritengo sia da insegnamento per tutti. Penso che solo rispettando le regole, e non solo quelle scritte ma anche quelle legate al buon senso, si possono superare insieme problemi e difficoltà che mettono a rischio l’armonia e la serenità di una famiglia. E in tutto ciò rientra anche il saper gestire un semplice bilancio familiare, basato su spese oculate e buone prassi comportamentali.

La famiglia perfetta

di De Bartolo Luigi, 12 anni, Corigliano Calabro

In questo testo si parla di una Famiglia, la Famiglia Robinson. Era una delle famiglie che accuratamente teneva all’inquinamento ed all’economia, ogni sabato ai vari componenti della famiglia veniva affidato un compito: la mamma si occupava degli acquisti on-line, il papà si occupava del lavoro, gli zii si occupavano dell’energia elettrica, le zie si occupavano dell’ambiente, infine, i figli si occupavano del volontariato. Nonostante fosse una famiglia che possedeva diversi attrezzi elettrici, questi venivano usati con grande moderazione, per mantenere equilibrato il bilancio familiare. Inseguito ai festeggiamenti per il compleanno di Lincon, i Robinson notarono un elevato uso dell’elettricità, così per non sprecare tanta energia elettrica, acquistarono i pannelli solari.

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Successivamente arrivò il compleanno di Riky, ci furono grandi festeggiamenti per i suoi diciotto anni che misero k.o il bilancio familiare. Le spese aumentavano, i costi della vita pure, i Robinson si accorsero che ogni volta che facevano la spesa al supermercato, spendevano un sacco di soldi, dai 60 ai 150 dollari. Così, per non rimanere al verde, impegnarono alcuni dei loro oggetti in un fantastico banco dei pegni a Detroit. Continuando sulla strada dell’oculatezza, la famiglia Robinson si trovò, un giorno in cui tutti furono disponibili, per decidere come migliorare la gestione del budget familiare: Leni e Lori dovettero fare le baby-sitter, Lincon e John dovettero trovare un lavoro part-time, e Georg organizzare un mercatino delle pulci. Poi però ci fu anche un momento particolarmente buio, quando lo zio Micheal si separò momentaneamente, senza divorziare, da zia Amanda. Passati tre mesi arrivò il compleanno di Lori e Leni, le due gemelle diciassettenni. Dopo il compleanno delle due gemelle la famiglia Robinson, con forza e buona volontà, si impegnò e si rimise sulla buona strada. Inseguito, a luglio, riuscirono a diventare una famiglia perfetta, dando l’esempio alle altre famiglie, aiutandole soprattutto a rispettare l’ambiente, evitare gli sprechi, migliorare il loro bilancio familiare.

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Gli sprechi di Esmeralda e Michelle

di Malfarà Linda, 12 anni, Corigliano Calabro

C’era una volta, negli Stati Uniti, la famiglia Bayers che faceva grande spreco di energia elettrica e gas.Questa famiglia era composta da madre,padre e due figlie.Il padre e la madre facevano lavori non molto remunerativi,la madre faceva la donna delle pulizie nella casa di una signora anziana,mentre il padre lavorava come operaio in un’azienda agricola. Il bilancio di questa famiglia era sempre in bilico.

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Le persone che consumano di più nella famiglia erano le due figlie,Esmeralda e Michelle che sprecavano in modo diverso:Michelle adorava cucinare, ma non sapeva farlo e quando cucinavasprecava tanto cibo e tanto gas, Esmeralda,invece,teneva molto all’estetica e sprecava molta acqua per la doccia,a volte rimanendoci persino per un’ora,e molta energia elettrica usando a lungo l’asciugacapelli e la piastra.Nel mese di gennaio padre e madre si erano resi conto di non avere abbastanza denaro per pagare le bollette, cosa che le figlie non si sarebbero mai aspettate.E così da quel giorno le due figlie decisero di aiutare i genitori a risparmiare e ridurre gli sprechi.Il padre per guadagnare di più decise di coltivare un orto tutto suo ed aprire un negozio di frutta e verdura,la mamma trovò lavoro come cuoca in un ristorante, Michelle iniziò ogni sera a cucinare con sua madre per preparare la cena, mentre Esmeralda cominciò a spegnere la luce appena uscita dalla sua stanza,ad usare di meno l’asciuga capelli,a stare il meno possibile sotto la doccia per ridurre gli sprechi di acqua.La famiglia in due anni ha ridotto del 20% il consumo di gas,del 40% il consumo di energia elettrica, con l’aiuto di un impianto a pannelli solari, e del 15% il consumo dell’acqua.Per guadagnare denaro per poter pagare le bollette le due sorelle crearono un mercatino dell’usato.I Bayers, inoltre, si impegnarono nel sociale, cominciarono a ripulire le strade del quartiere, usando la differenziata per riciclare la spazzatura, e si attivarono per realizzare un’indaginesulle famiglie che abitavano nel loro quartiere,dalla quale risultò che tutte le famiglie consumano il 40% dei loro guadagni perl’energia elettrica, il 20% per i trasporti e il 40% per gli alimenti. I Bayersdecisero allora di darea queste famiglie dei consigli per rendere le loro case sostenibili.Diffusero dei volantini su cui erano consigliate semplici azioni per ridurre i consumi:
-riciclare la carta a casa e in ufficio per salvare gli alberi dal loro abbattimento;
-arredare la casa in modo ecologico;
-installare pannelli termoriflettenti o pannelli solari;
-costruire le decorazioni con la plastica che è più duraturadella stoffa e della ceramica;
-cucinare con gli scarti perché ogni anno in Italia vengo sprecati circa 150kg di cibo per persona;
-recuperare l’olio vegetale usato in cucina;
-utilizzare lavatrici a pieno carico;
-non istallare delle pale al soffitto perché consumano circa 900 kWh ogni anno;
-spegnere le apparecchiature elettroniche senza lasciarle accese.
Dopo tutti questi consigli le famiglie si accorsero che dovevano modificare i loro stili di vitaper migliorare i loro bilanci e diventare delle famiglie sostenibili iniziando a ridurre gli sprechi.

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Insieme si può

di Feraco Mattia, 12 anni, Corigliano Calabro

Un pò di tempo fa, un gruppo di ragazzi della classe II A che stava studiando la sostenibilità ambientale, si trova, per motivi di studio, in una cittadella del Casertano in cui c­’erano molte aree inquinate. Decisi a dare il loro contributo per risanare l’ambiente si recano in una zona molto inquinata del posto e cercano di pulire, di annaffiare le piante, con il  fango ricoprono tutte le buche che si trovano sulla strada, ma l’inquinamento non è solo ambientale, vi sono molti tipi di inquinamento, acustico, atmosferico, alimentare, ben presto i ragazzi si rendono conto che  non bastava ripulire, bisognava fare molto di più.

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Per fortuna qualche giorno dopo la scuola organizzò una gara che  consisteva nell’addobbare  la propria classe con oggetti natalizi riciclati. Pur di vincere i ragazzi si recavano a scuola anche il pomeriggio, dopo aver finito i compiti. Tante le classi che parteciparono. Dopo una settimana arrivarono gli ispettori per premiare la classe vincente, tra le tante con ben 30 punti, la classe II A riesce a vincere il primo posto. I ragazzi si emozionarono tanto, vinsero 300.00 € come miglior classe addobbata dell’ istituto. Il giorno dopo a un ragazzo  venne l’idea di utilizzare quei soldi per continuare a risanare l’ambiente del casertano, ripulire un laghetto pieno di rifiuti che era di un colore verdognolo e una strada piena di buche in cui passavano tantissime macchine. Ma la somma di denaro vinta era esigua, allora si pensò di coinvolgere i cittadini, venne chiesto loro di donare dei soldi. In una settimana accumularono quasi 3000.00 € e così riuscirono ad aggiustare la strada e il laghetto, rimaneva soltanto da ripulire il prato, ma ci fu un grosso problema, non avevano più  fondi e tanta gente ancora continuava ad inquinare. I ragazzi ci rimasero molto male, non potevano fare più  niente. Il caso volle, però, che due giorni dopo la situazione cambiò.  Arrivò in classe un nuovo alunno di nome Giorgio, che saputo ciò che i suoi compagni volevano realizzare suggerì loro di fare un bilancio della classe per evitare gli sprechi e incentivare guadagni attraverso la raccolta della plastica e della carta. Per far questo i ragazzi coinvolsero tutte le classi dell’istituto. Tanti furono i proventi ai quali si aggiunse una donazione fatta dal papà di Giorgio, ricco imprenditore. I ragazzi riuscirono così, finalmente, nel loro intento, rendere quel posto un ambiente pulito, rimodernato, ma soprattutto sostenibile.

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