Un’epidemia di plastica

video di Anna Chiurco, Chiara Genova e Sofia Malfarà, della II D istituto Erodoto di Corigliano Calabro

“IN QUESTO VIDEO, SONO PRESENTI DUE FOTO SCATTATE DA NOI: UNA IN CUI E’ RAFFIGURATO UN PESCE PRIVO DI VITA E UN ‘ALTRA IN CUI E’ RAFFIGURATO UN PLASTICO FATTO DA NOI CHE RAPPRESENTA LA TERRA COME ERA PRIMA DELL’INQUINAMENTO E COME DIVENTERA’ SE CONTINUEREMO AD INQUINARE”

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Tre storie per resiliere

di Giuseppe Mattia Borgia, Antonino Carbone, Giuseppe Cartisano, Domenico e Teresa Mezzatesta, Flaminia e Francesco Lentini, Antonino Leuzzi, Giulia Mantice, Carmelo Ortuso, Simone Pergoliti, Vittoria Zirino, Benedetta e Caterina Orlando, Angela Alvaro, Vincenzo Domenico Genua, Carlo Elisa, Rocco Duardo, Iris Lombardo, Vincenzo Tramonti, Francesca Versaci, Caterina Pettimalli della redazione delle I, II, III F della Scuola Secondaria di Primo Grado Giuseppe Capua di Melicuccà (RC), coordinamento di Natale Todaro

Resiliere e non abboccare

A causa dell’inquinamento dell’uomo, la natura si sta danneggiando molto; animali che muoiono, spazzatura in tutta la natura … insomma per noi non si mette bene. 

Gli uomini si nutrono di alcuni animali, ma a causa dell’inquinamento che stanno causando non stanno capendo che in questo modo possono morire sia loro che gli animali; ad esempio se si butta della plastica nel mare l’acqua si avvelena e in questo modo i pesci che sono animali che noi uomini mangiamo si avvelenano e muoiono, ma anche se non muoiono e riescono a sopravvivere, l’uomo pesca questi pesci, ma non capisce che potrà togliersi la vita da solo, perchè prima di pescarli lui ha inquinato il loro ambiente. 

A causa del clima i ghiacciai si sciolgono e fanno perdere vita agli animali che vivono lì ad esempio gli orsi polari e anche inquinare i mari. Noi non dobbiamo indebolirci con le notizie false sull’inquinamento che stanno girando in tutto il mondo, ma dobbiamo resistere. 

Rispettare la natura è un diritto che deve compiere ogni uomo di questo mondo, non si deve inquinare, non c’è alcun senzo per farlo perchè così facendo pagheremo noi le conseguenze. Affinchè gli adulti capiscano meglio quanto sia importante un mondo davvero ecosostenibile, abbiamo provato ad inventare questa storia in cui alcuni animali dimostrano come la resilienza possa veramente far breccia nel duro cuore degli esseri umani. 

In un bosco, in mezzo a delle montagne, vivevano tanti animali: c’erano orsi, lupi,istrici, scoiattoli, conigli e tanti altri; in particolare in una piccola tana viveva una volpe con la sua amica tartaruga che si divertivano tutto il giorno insieme ai loro amici. 

Un mare da ripulire

di Durante Giorgio, Biondino Vincenzo, Casciaro Saverio Pio, Longo Francesco Pio, Martino Giuseppe, Nuzzi Loris, 13 anni, I.C.Erodoto di Corigliano Rossano

Sembrava un giorno come gli altri, Maria e Francesco litigavano per la solita festa negata. Quella domenica tutta la famiglia al completo si trovava sul loro yacht per fare una mini vacanza,  

ma qualcosa turbava la serenità, l’azienda miliardaria di famiglia stava per fallire. Questo, però per Francesco non sembrava essere importante, lui era triste e arrabbiato perché Maria non l’avrebbe mandato alla festa a cui teneva molto. Allora dalla rabbia si buttò dallo yacht, in acqua, però, si ricordò che non sapeva nuotare, pur avendo 14 anni, perché nessuno glielo aveva insegnato. Provò a farsi salvare urlando con tutte le sue forze, ma la barca si allontanò e Francesco perse i sensi. Quando si risvegliò si ritrovò in un’oasi in mezzo al mare, si guardò intorno ancora stordito e si accorse che quell’oasi era ricoperta di plastica. 

Ad un tratto alle sue spalle senti la voce di un uomo sconosciuto che gli chiese di passargli la bottiglia vicino a lui. Lui non capi il motivo, ma fece quanto gli era stato chiesto. Chiese avvicinandosi a quell’uomo chi fosse. L’uomo riferì di essere Giovanni un componente dell’associazione PFS il cui compito è quello di ripulire i fondali marini dalla plastica, per rendere il mondo più pulito, e  riciclare la plastica e utilizzarla per costruire  barche che non inquinano. Il ragazzo rimase per qualche minuto in silenzio cercando di capire, poi Giovanni gli chiede se voleva far parte della loro associazione. Senza pensarci troppo Francesco accettò curioso di conoscere gli altri membri dell’associazione. Salirono insieme sulla barca di plastica e presero il largo. Arrivati nella loro base, Giovanni fece conoscere a Francesco tutti i suoi colleghi. Maria si occupava delle spedizioni, il più vecchio Pasquale, fondatore dell’associazione, aiutava i giovani a costruire le barche. Pasquale offri subito a Francesco la possibilità di imparare questo “nuovo mestiere”. Giorno dopo giorno i due diventarono molto affiatati tanto che dopo poco tempo si consideravano padre e figlio e per Francesco, Pasquale fu il suo secondo padre. Francesco imparava in fretta, ma Pasquale, per la sua veneranda età un giorno morì. Prima di morire disse a Francesco di continuare a combattere per il suo ideale, quello di ripulire i mari per rendere il mondo più pulito. Da quel giorno Francesco si impegnò con tutto sè stesso per raggiungere il loro obbiettivo. Dopo vari anni riuscirono a ripulire tutti gli oceani del mondo costruendo più di 3 milioni di barche. Da quel giorno il mondo è stato un posto più pulito e nessuno più ha usato barche inquinanti, ma solo quelle di plastica. 

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L’isola rinata

di Francesco De Gaetano, Angelo Cofone, 13 anni, I.C. Erodoto di Corigliano Rossano

Il 28 Maggio 2018 un tornado di grandi dimensioni travolse la barca a vela del Dott. Jerry Vespa a nord del Portogallo. Jerry si ritrovò coinvolto all’improvviso e non poté far nulla, il tornado lo travolse e lo spinse su un’isola molto lontana, isolata, dove si ritrovò da solo senza viveri e senza un riparo dove poter passare la notte.  Si accorse presto che la riva dell’isola era cosparsa di plastica e di altri rifiuti ed allora pensò che riciclando quei rifiuti sarebbe riuscito a costruire un piccolo rifugio per la notte. Il giorno dopo per mancanza di cibo si addentrò nella foresta, lì trovò una tribù arretrata per molti versi, ma sicuramente molto fantasiosa che riusciva a trasformare i rifiuti dell’uomo spiaggiati sull’isola in case, oggetti e tanto altro e che ben volentieri accolse Jerry. Li Jerry imparò a trasformare i rifiuti. Dopo qualche settimana la famiglia di Jerry, non avendo sue notizie, incominciò a preoccuparsi e iniziò a cercarlo. 

Sull’isola c’era un grande vulcano attivo, che tutti pensavano fosse una semplice montagna fino a quando un giorno iniziò ad eruttare facendo così preoccupare Jerry e la tribù. Tutti gli uomini allora si misero all’opera per costruire una zattera che gli avrebbe permesso di mettersi in salvo, salpando verso un’altra terra.  Prima che l’opera fosse finita arrivò sull’isola la famiglia di Jerry con una grande nave. Tutti allora riuscirono a mettersi in salvo, utilizzando la nave Jerry riuscì a trasportare l’intera tribù sulla terra ferma in Portogallo.

Arrivato in Portogallo, insieme alla tribù e alla famiglia, Jerry curò le persone malate e diede loro del cibo migliore di quello dell’isola, rimasero lì fino a che il vulcano smise di eruttare. Dopo ben un anno Jerry tornò con la tribù sull’isola per vedere che cosa era successo. Lì trovarono un’isola rigogliosa, erano cresciuti alberi e piante a profusione, l’eruzione del vulcano grazie all’inesistenza di elementi inquinanti aveva fatto rinascere l’isola. Da quel momento Jerry si attivò con l’aiuto della tribù a trasformare i rifiuti e ad utilizzarli per costruire oggetti utili da utilizzare nell’ospedale dove lavorava. Nel settembre 2019 vinse per la prima volta il premio NOBEL per la sostenibilità. 

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Anna salva il mondo insieme agli orsi

di Miriam De Vico, Maria Isabella Cuccaro, Giovanni Falcone, Alessandro Madeo, 13 anni, I.C.Erodoto di Corigliano Rossano

Un giorno una ragazza italiana di nome Anna, avendo vinto un concorso scolastico, venne  invitata a prendere parte ad una escursione davvero speciale, visitare l’habitat naturale degli orsi polari.

Durante l’escursione Anna si appassionò molto agli orsi polari e decise di studiarli per capire le loro esigenze. Attraverso le quotidiane osservazioni la ragazza notò che l’orso che stava studiando da giorni stava cambiando il suo habitat, le sue abitudini alimentari e che il suo sonno era disturbato.

Decise, allora, di impegnarsi e di cercare di capire a cosa si dovessero attribuire le cause di tali cambiamenti, in una specie in via di estinzione. Dopo approfondite ricerche capì che la causa principale del problema era il riscaldamento globale dovuto all’inquinamento prodotto dall’irresponsabilità dell’uomo. 

Anna si impegnò a riparare al danno fatto dall’uomo promuovendo attività ecosostenibili, convincendo i suoi coetanei che le piccole azioni possono preservare il Pianeta Terra dall’inquinamento. Iniziò a promuovere attività in ambito scolastico coinvolgendo il suo preside e organizzando diverse manifestazioni per promuovere la sua idea.

Dopo qualche mese tutte le scuole decisero di adottare la loro politica per salvaguardare il pianeta. Presto fu raggiunto l’obbiettivo di rendere un’intera regione sostenibile e, così, anche i telegiornali iniziarono a parlare di loro ispirando molti paesi.

La regione diventando sostenibile iniziò a conseguire gli obbiettivi che in poco tempo diventarono i 17 obbiettivi che ogni paese avrebbe dovuto raggiungere per fare del mondo un posto migliore. Gli obbiettivi dell’Agenda 2030: 


1. Eliminare la povertà nel mondo; 
2. Sconfiggere la fame nel mondo; 
3. Promuovere la cura ed il benessere per tutti; 
4. Proporre una scuola di qualità per tutti; 
5. Promuovere uguali diritti per donne e uomini; 
6. Dare a tutti acqua pulita per bere e per lavarsi; 
7. Fornire energia pulita per tutti; 
8. Promuovere lo sviluppo economico e lavoro per tutti; 

9. Fornire nuove tecnologie per le industrie; 
10. Diminuire le differenze tra poveri e ricchi; 
11. Formare città vivibile e sicure;
12. Consumare prodotti sostenibili; 
13. Fermare il riscaldamento globale; 
14. Conservare il mare e le sue risorse; 
15. Conservare la biodiversità; 
16. Creare delle società pacifiche e giuste; 

17. Collaborare paesi e organizzazioni.

Questi 17 obbiettivi furono rispettati da tutti e grazie ad essi il clima si ristabilì e gli orsi poterono tornare a vivere nel loro habitat naturale.

Anna fu molto felice per questo risultato ottenuto dopo anni di sacrifici. Inizialmente lei non capì l’importanza di ciò che aveva fatto e qualcuno superiore a lei decise di farle notare che aveva salvato il pianeta premiandola con il Premio Nobel.

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Ricordare per non ripetere. Memorie di un ebreo romano

di Maria Alessia Perone, di 13 anni, Corigliano Rossano, IC Erodoto

Le memorie di un ebreo italiano, il signor Cesare Tagliacozzo, riprendono il loro corso per insegnare come le persone si oppongono alle Leggi in nome dei diritti umani.

Il signor Cesare nacque a Roma il 16 giugno del 1927. Pochi giorni dopo l’armistizio con le forze alleate, i tedeschi emanarono minacciosi bandi con l’obbligo per i giovani di arruolarsi. Così il fratello maggiore di Cesare, consapevole che l’essere ebreo avrebbe determinato la fine della sua libertà, abbandonò Roma con altri coetanei diretti verso Fiuggi. Dopo pochi giorni ci fu la richiesta dell’oro fatta dal comando tedesco delle SS, in cambio della salvezza di 200 capi famiglia del ghetto ebreo di Roma. Esaudita la richiesta dell’oro, la famiglia Tagliacozzo ritenne di essere al sicuro e rimase al lavoro nel laboratorio di sartoria finché non si decise ad abbandonare la casa per trovare un posto sicuro, il primo ottobre del 1943, rifugiandosi provvisoriamente presso un cliente cattolico che faceva parte delle guardie papaline. Appena in tempo! Il mattino dopo furono avvertiti della razzia avvenuta ad opera delle SS tedesche su tutte le case della comunità ebraica e consigliato di trovare un rifugio altrove. Per tre giorni la famiglia rimase a Trastevere a casa di una parente cattolica ma era difficile sfamare altre quattro persone con i viveri razionati. I Tagliacozzo, saputo per vie traverse che il figlio maggiore aveva trovato rifugio ad Olevano Romano, decisero di raggiungerlo.  

La sera del 19 ottobre 1943 furono accolti anche loro da questi “speciali” cristiani che li ritennero tutti uguali e tutti figli di Dio. Nei giorni successivi la famiglia benefattrice, Milana, fornì anche i mezzi tecnici per poter continuare a fare il lavoro da sarti e poterne ricavare il minimo indispensabile. Trascorsero i successivi mesi fino al gennaio 1944 piuttosto tranquilli soprattutto perché il signor Agapito Milana con la collaborazione del segretario comunale e di Don Umberto Carletti, parroco del paese, fornì ad essi dei documenti falsi. Nelle nuove carte di identità false avevano un cognome inventato, come luogo di nascita Taranto e come ultima residenza il Comune di Manduria. Questi documenti si sono rivelati per loro preziosissimi e furono distrutti soltanto il 5 giugno 1944 al momento che ripresero ognuno le proprie identità. Nel gennaio del 1944 le truppe tedesche occuparono la zona di Olevano Romano quindi la famiglia Tagliacozzo e la famiglia Milana si trasferirono ai piedi del monte Scalambra. Cesare e la sua famiglia vivevano all’interno di una porcilaia. Il ricordo più bello che Cesare ha di quel periodo è che la moglie del signor Agapito, la signora Assunta, cucinava per lui una focaccia. Finalmente il 4 giugno 1944 Roma fu liberata dalle truppe anglo-americane e dal quel momento per tutte le famiglie ebree italiane l’incubo della persecuzione cessò. Arrivò la notizia che Roma era diventata città aperta e la famiglia Tagliacozzo fece ritorno nella capitale ospite di famiglie amiche.

Per Cesare ci vollero 50 anni per stilare le memorie della sua famiglia. Racconta che il 2 dicembre 1998 lesse sul giornale Il Messaggero che lo Stato d’Israele ringraziava i GIUSTI, questo fece affiorare nel suo cuore il bene ricevuto, soprattutto quello dato da AGAPITO e ASSUNTA MILANA proprio nei momenti più difficili. Dopo le autentificazioni, il signor Tagliacozzo e la sua famiglia hanno ricevuto i riconoscimenti dallo stato Israeliano e proprio questo è un vero esempio di resilienza umana. 

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