Orchestra riciclata

Articolo di Edona Xhaferri, del III anno del liceo G. Alessi di Perugia

Che influenza hanno i rifiuti sulla società di oggi? Beh, minima, o persino nulla. C’è chi, però, partendo da realtà di vita povere, riesce paradossalmente ad utilizzare la spazzatura come tramite per realizzare i propri sogni. Questo è il caso dell’Orquesta de Reciclados de Cateura; un’orchestra creata e diretta dal maestro Favio Chavèz, composta da 28 talenti dall’età compresa tra i 10 e i 30 anni. Questi giovani sono riusciti a trasformare dei semplici rifiuti in strumenti musicali di vario genere: ad esempio, con un tubo dello scarico dell’acqua, un manico di cucchiaio e tappi di birra hanno costruito un bellissimo sax o un violino fatto con una teglia per la pizza, una latta di vernice e una semplice forchetta. E così trombe, chitarre, flauti tutti fatti di rifiuti riciclati, presi nella discarica di Asuncion, in Paraguay, da dove proviene l’intera orchestra. Esso è uno dei paesi più poveri dell’America latina dove migliaia di bambini vengono strappati alla scuola e costretti al lavoro nei campi o nelle industrie. La scuola di musica dell’Orquesta de Reciclados, sostenuta dall’Unicef, cerca di incoraggiare i giovani con i loro sogni e speranze e, soprattutto, gira il mondo per finanziare le borse di studio dei ragazzi che sperano in un futuro al riparo da stenti ed immondizia. Una delle tappe di questi viaggi è stata anche l’Italia: durante la 67/a edizione del Festival di Sanremo, infatti, l’orchestra si è esibita con diversi brani del suo repertorio che va dalla musica classica a quella paraguaiana e latino-americana. Oltre ad aver intrattenuto il pubblico di Sanremo, i ragazzi hanno lanciato anche un messaggio fondamentale a tutti i bambini in difficoltà nel mondo: “Non esiste un finale già scritto per un ragazzino che vive in difficoltà. La musica è vita e può tracciare una via di salvezza.”

Riciclare cibo.. è green

articolo di Alessandro Leone, del III anno del Liceo G. Alessi di Perugia

foto codice 1485955734902 riciclare il ciboRidurre lo spreco alimentare è diventato necessario.
L’impatto economico ed ambientale che deriva dallo sperpero di cibo produce effetti sempre più negativi ed è riconducibile alla condotta sbagliata dei vari nuclei familiari.
I consumatori acquistano in modo inadeguato e in quantità maggiore rispetto alle proprie necessità, di conseguenza risulta impossibile mangiare tutto ciò che si trova nelle tavole e che inesorabilmente finisce nella pattumiera.
Purtroppo anche i materiali con cui i cibi sono imballati aumentano la “spazzatura” con danni notevoli sull’ambiente.
La stessa produzione alimentare si sta rivelano un pericoloso boomerang per le fonti inquinanti.
Le emissioni provenienti dall’agricoltura producono effetti dannosi sul clima aumentando la quantità di gas serra come la CO2.
Inoltre le colture irrigue assorbono ingenti quantità d’acqua dolce con notevoli sprechi di risorse idriche.
I concimi troppo abbondantemente usati in agricoltura arricchiscono laghi e i mari di sali minerali favorendo l’eutrofizzazione delle acque, un fenomeno che conduce alla morte di organismi.
Ognuno di noi, quindi, contribuisce con la propria condotta all’inquinamento del pianeta.
Da qui nasce l’esigenza di sensibilizzare i cittadini ad assumere un comportamento più consapevole e rispettoso nei confronti degli alimenti.
La buona pratica di pianificare la spesa e riciclare gli avanzi diventa necessaria.
Le nostre dispense e frigoriferi spesso abbondano di cibi da recupero che possono diventare ingredienti base per preparare interi pasti luculliani, come suggeriscono oggi i più grandi chef stellati.
Lo spreco alimentare è intollerabile in un pianeta che per metà soffre la fame ed è il simbolo di una società che non considera il cibo come bene indispensabile per la sopravvivenza, privandolo dei suoi valori culturali, sociali e ambientali.
Sono tante e gustose le ricette che possiamo ottenere evitando inutili sprechi ed a costo zero con gli avanzi delle nostre cucine.
Perché non provarne qualcuna con le ricette delle nostre nonne? Saranno sicuramente deliziose e piene di ricordi.

World Warm War

di Doriana Benedetti, 19 anni, di Tarquinia (Viterbo)

2016, un anno portatore di grandi speranze o che ci prepara solo ad affrontare amare delusioni sul piano politico-ambientale?
Una scossa, sembra averla data la conferenza di Parigi svoltasi alla fine del novembre 2015.
Ciò che rende l’accordo della Cop2015 storico è il riconoscimento del rischio del riscaldamento globale su scala mondiale, ben 195 paesi hanno sottoscritto il trattato portando quindi, la necessità di una risposta collettiva al problema dalla teoria ai fatti.
In sintesi, l’accordo preso assegna obiettivi individuali da rispettare ogni 5 anni, tuttavia si tratta di una cornice flessibile che lascia vasto margine di azione, ponendosi quindi, in un contesto in cui la promessa di limitare l’innalzamento della temperatura mondiale a 1.5°C può sembrare irrisoria e non attendibile.
Nonostante ciò, il trattato pone l’accento sui finanziamenti disposti per i Paesi in via di sviluppo, atti a fornire i fondi per l’adattamento ai termini esposti e sui paesi geologicamente più a rischio come l’Italia.
Non si tratta solo dell’ormai conosciuto scioglimento dei ghiacci con il conseguente aumento del livello del mare, estremamente noto l’allagamento costante di Venezia che, nel giro di qualche decennio potrebbe diventare la nuova Atlantide, ma soprattutto di fenomeni come frane, temporali, incendi, crescente erosione ed aumento della desertificazione.
E’ già troppo tardi per evitare l’inevitabile?
Luca Mercalli non sembra essere di quest’avviso, secondo un articolo de ‘Il Bo’, giornale dell’università degli studi di Padova del 2012; in ogni caso quest’eventualità potrebbe manifestarsi se l’egoismo economico non lascerà spazio al collaborazionismo ecologico.
Sotto uno scenario governato da una stretta logica che vede solo il profitto e non è capace di prevenire una risposta tutt’altro che benevola del pianeta di fronte ai cambiamenti che potrebbero palesarsi su larga scala, come la scomparsa di numerose specie, già in atto ed in vertiginoso aumento, e l’avvelenamento del suolo e dell’acqua.
Di fronte ad una situazione del genere, l’alternativa Marte si rivela una soluzione possibile?
In ogni caso, si tratta di avvicinarsi ad un sogno che ben presto potrebbe diventare una risorsa; la conquista del pianeta è una scienza in cantiere.
La partenza di Exomars del 14 Marzo dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan, dà la spinta alla più importante missione spaziale dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) degli ultimi anni.
La prima parte della missione consiste nel far atterrare la sonda TGO, in sostanza un satellite, e il lander Schiaparelli che invierà dati dal suolo al pianeta; il viaggio durerà all’incirca 18 mesi. I dati saranno elaborati e utili alla successiva missione del 2018 che invierà un rover –robot automatico- in grado di muoversi sulla superficie di Marte.
Che cosa ci porterà l’esplorazione del pianeta rosso?
Nessuno può dirlo con certezza ma di sicuro ‘ I cambiamenti climatici sono reali, sta succedendo proprio ora’ ha annunciato, sbalordendo tutti, Leonardo Di Caprio nel suo discorso di ringraziamento all’Oscar, ‘E’ la minaccia più urgente che abbia mai affrontato la nostra specie ‘ ha continuato, perciò ‘Non diamo per scontato questo pianeta’. E’ l’unico che abbiamo e come tale dobbiamo adoperarci per difenderlo dal più ostile dei mali, noi stessi.

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JACOPO TAMBELLINI, VIAGGIATORE

JACOPO TAMBELLINI, VIAGGIATORE
STORIACCIA IN QUATTRO ATTI
di Francesco Toscani

ATTO PRIMO
SAN PAOLO DELLE CASCATE

I banditi erano arrivati quattro giorni prima. Gli uomini stavano rientrando a casa, chi portando i frutti, chi la cacciagione. Dagli usci esalavano spesse fette di fumo, simili a cascate rivolte verso l’alto. Il paese aveva iniziato a riempirsi di vocii, risate e battute, poi qualcuno aveva urlato mentre un uomo caracollava per la strada con una freccia piantata nel collo, altre tre frecce avevano colpito un tettuccio di paglia, una si era piantata nell’occhio largo, stupito di una contadina, e loro erano apparsi. Armati, grossi e sporchi. Il fraticello aveva lanciato loro un’occhiata e subito aveva visto le armature e le spade in ferro – armi da guerrieri, non da pezzenti; quelli venivano da una qualche guerra, erano ex soldati, magari disertori, non banditi di professione. Il suo amico, frate Mattia, era corso loro incontro, gridando in latino, e uno di loro si era fatto avanti e aveva calato lo spadone sulle sue tempie. Poi doveva essere iniziato il massacro; ma il fraticello non l’aveva visto. Accanto a lui c’erano due bambini; li aveva afferrati per i polsi (ricordava ancora la sensazione delle loro braccine ossute che premevano contro il suo pollice) e aveva iniziato a correre, guardando davanti a sé, il cuore che gli martellava il petto, cercando di non badare alle urla. Si era tuffato dietro la casetta di mastro Federico e, così facendo, si era gettato un’occhiata alle spalle.

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Clima alla radio

Giornale radiofonico a Radio Antenna Verde realizzato dalla redazione della scuola media F. Fedele di Scauri (Latina). Il progetto è promosso dalla associazione Basso Lazio ed è coordinato dal professor Federico Galterio. La rubrica da in onda sulle frequenze 105-108 dell’emittente RAV

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