World Warm War

di Doriana Benedetti, 19 anni, di Tarquinia (Viterbo)

2016, un anno portatore di grandi speranze o che ci prepara solo ad affrontare amare delusioni sul piano politico-ambientale?
Una scossa, sembra averla data la conferenza di Parigi svoltasi alla fine del novembre 2015.
Ciò che rende l’accordo della Cop2015 storico è il riconoscimento del rischio del riscaldamento globale su scala mondiale, ben 195 paesi hanno sottoscritto il trattato portando quindi, la necessità di una risposta collettiva al problema dalla teoria ai fatti.
In sintesi, l’accordo preso assegna obiettivi individuali da rispettare ogni 5 anni, tuttavia si tratta di una cornice flessibile che lascia vasto margine di azione, ponendosi quindi, in un contesto in cui la promessa di limitare l’innalzamento della temperatura mondiale a 1.5°C può sembrare irrisoria e non attendibile.
Nonostante ciò, il trattato pone l’accento sui finanziamenti disposti per i Paesi in via di sviluppo, atti a fornire i fondi per l’adattamento ai termini esposti e sui paesi geologicamente più a rischio come l’Italia.
Non si tratta solo dell’ormai conosciuto scioglimento dei ghiacci con il conseguente aumento del livello del mare, estremamente noto l’allagamento costante di Venezia che, nel giro di qualche decennio potrebbe diventare la nuova Atlantide, ma soprattutto di fenomeni come frane, temporali, incendi, crescente erosione ed aumento della desertificazione.
E’ già troppo tardi per evitare l’inevitabile?
Luca Mercalli non sembra essere di quest’avviso, secondo un articolo de ‘Il Bo’, giornale dell’università degli studi di Padova del 2012; in ogni caso quest’eventualità potrebbe manifestarsi se l’egoismo economico non lascerà spazio al collaborazionismo ecologico.
Sotto uno scenario governato da una stretta logica che vede solo il profitto e non è capace di prevenire una risposta tutt’altro che benevola del pianeta di fronte ai cambiamenti che potrebbero palesarsi su larga scala, come la scomparsa di numerose specie, già in atto ed in vertiginoso aumento, e l’avvelenamento del suolo e dell’acqua.
Di fronte ad una situazione del genere, l’alternativa Marte si rivela una soluzione possibile?
In ogni caso, si tratta di avvicinarsi ad un sogno che ben presto potrebbe diventare una risorsa; la conquista del pianeta è una scienza in cantiere.
La partenza di Exomars del 14 Marzo dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan, dà la spinta alla più importante missione spaziale dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) degli ultimi anni.
La prima parte della missione consiste nel far atterrare la sonda TGO, in sostanza un satellite, e il lander Schiaparelli che invierà dati dal suolo al pianeta; il viaggio durerà all’incirca 18 mesi. I dati saranno elaborati e utili alla successiva missione del 2018 che invierà un rover –robot automatico- in grado di muoversi sulla superficie di Marte.
Che cosa ci porterà l’esplorazione del pianeta rosso?
Nessuno può dirlo con certezza ma di sicuro ‘ I cambiamenti climatici sono reali, sta succedendo proprio ora’ ha annunciato, sbalordendo tutti, Leonardo Di Caprio nel suo discorso di ringraziamento all’Oscar, ‘E’ la minaccia più urgente che abbia mai affrontato la nostra specie ‘ ha continuato, perciò ‘Non diamo per scontato questo pianeta’. E’ l’unico che abbiamo e come tale dobbiamo adoperarci per difenderlo dal più ostile dei mali, noi stessi.

cod. conc. 1448041618565

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