Abbattere la CO2 della scuola? Ne parla il preside

di Andrea Casagrande e Giulia Mascherucci della II F, Scuola Madia Statale Tino Buazzelli, I.C. Frascati 1, Frascat (Roma)

Giovedi 3 marzo scorso io e la mia compagna Giulia Mascherucci abbiamo intervistato il Dirigente Scolastico della nostra scuola, Giovanni Torroni, con lo scopo di capire come si sta organizzando per ridurre il problema dell’inquinamento di CO2 prodotto dall’Istituto Comprensivo Frascati 1. Il preside ha accettato con piacere di rispondere ad alcune domande, ci ha accolti con gentilezza nel suo ufficio e ha risposto alle nostre domande con serietà.

Quali provvedimenti ha preso la nostra scuola per evitare l’ emissione di Anidride Carbonica?

Cerchiamo di fare la raccolta differenziata di tutti i rifiuti emessi nel plesso scolastico.

Secondo lei è necessario lasciare i termosifoni accesi?

Sono necessari per riuscire a mantenere una temperatura adeguata all’interno dell’edificio.

Quali provvedimenti secondo lei si potrebbero ancora prendere?

I provvedimenti più importanti e necessari sono già stati presi, certo si potrebbero fare delle giornate di volontariato con i ragazzi , portarli a pulire dei parchi, far loro costruire oggetti con materiali da riciclo in modo di sensibilizzarli ancora di più al problema.

Cosa possiamo fare noi alunni?

Sicuramente dovreste approfondire l’argomento dell’inquinamento, anche con delle attività di volontariato, cercando sempre di dare il buon esempio ai vostri amici, richiamandoli nel caso avessero dei comportamenti errati.

 

Sembra che il Dirigente Scolastico si sta impegnando per cercare di diminuire l’ inquinamento, rimbocchiamoci le maniche e aiutiamolo anche noi, sicuramente tutti insieme otterremo ottimi risultati.

cod. conc. 1457341279123

Climate change e il mondo che vorrei

Sul nostro Pianeta il clima sta peggiorando, si stanno verificando molti fenomeni. A causa dello scioglimento dei ghiacciai molti animali potrebbero estinguersi, come gli orsi polari e i pinguini e per salvarli gli alunni della III B dell’I. C. di via Giuseppe Messina propongono uno stile di vita più responsabile.

Docente referente: Teresa Cerza e Lucia Pozzi

cod. 1457603415502

Patate su Marte? La Nasa ci prova

di Gabriele Ripandelli, 16 anni di Perugia.

untitled
Il mondo diviso in due: tu da quale parte ti schieri?

Siccità, frane,piogge acide,terremoti e maremoti: i cambiamenti climatici stanno mettendo in grave difficoltà la nostra vita e quella del mondo che ci circonda! “Incredibilmente” i maggiori colpevoli siamo noi, o meglio la maggior parte di noi, che nel tempo con comportamenti inadeguati e quasi sempre senza pensarci abbiamo danneggiato gli ambienti in cui viviamo. Ma una speranza ancora c’è: alcune persone si stanno battendo per cercare di salvare il salvabile e recuperare i danni prodotti da noi e dai nostri predecessori.

Sono principalmente scienziati, come quelli del gruppo di ricerca frutto della collaborazione tra la Nasa e il Centro Internazionale per la Patata. Il loro progetto ha un importantissima doppia funzione: aprire le porte della colonizzazione di Marte e la creazione sulla terra di patate più resistenti e nutrienti della norma. Riguardo alla prima è evidente lo spunto dal film “The Martian” ed è collegata direttamente alla seconda perché delle patate coltivabili su Marte sarebbero coltivabili nella zona più arida della Terra riuscendo a superare la fame nel mondo e a contrastare i cambiamenti climatici. Il terreno utilizzato  per simulare le condizioni marziane proviene dai deserti delle Pampas e l’atmosfera controllata ha una maggiore quantità di anidride carbonica( su Marte è il 95%, mentre sulla terra solo lo 0,04%).

Questi tentativi di creazioni di potenziali per migliorare i tenori di vita, però, possono essere validi solo se abbinati ad un ottima conoscenza sulle caratteristiche delle specie. A fare questo tipo di studio sono stati i ricercatori del Trinity College di Dublino coordinati da Yvonne Buckley. Si sono posti l’obiettivo di scoprire come i vari tipi di piante avrebbero reagito ai cambiamenti climatici e attraverso un database  hanno esaminato 418 specie attraverso i dati sulla loro sopravvivenza, crescita e riproduzione andando a vedere con particolare attenzione i punti in comune. Una ricerca sulle caratteristiche delle specie è stato svolto dalle università svedesi di Umea e delle Scienze agricole  attraverso il primo studio sul metabolismo delle piante basato su dati storici. Dai campioni conservati negli erbari del ‘900 esaminati attraverso la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare, una tecnica che esamina le proprietà fisiche e chimiche dei nuclei atomici o delle molecole, è risultato che le piante nell’ultimo secolo hanno modificato il loro metabolismo per adattarsi all’aumento di anidride carbonica da assorbire data l’ingente quantità prodotta dall’uomo.

banca semi
Banca dei semi nelle isole Svalbard: una speranza per l’umanità

Questo dato fa riflettere ancora più precisamente sul come stiamo modificando le caratteristiche del pianeta Terra aumentando la quantità di co2 presente nell’atmosfera e che se si va a vedere nel passato il livello attuale è molto più alto di quello standard. Possono confermarlo i resti fossili di una foresta presente nell’artico tra 420 e 360 milioni di anni fa  che sono stati trovati dall’università britannica di Cardiff guidato da Chris Berry. Il sito  è nelle isole Svalbard che all’epoca si trovavano nella zona dell’equatore ma dopo i movimenti tettonici ora si trovano tra le aree più a nord di quelle abitate dall’uomo. Gli alberi fossili erano licopodi, una specie che raggiungeva anche i 30 metri di altezza, e che furono responsabili di un crollo rapido di 15 volte dell’anidride carbonica.

In quelle isole oggi si trova anche la Banca globale dei semi, una sorta di mega cassaforte nel mezzo dei ghiacciai(bunker) che contiene tutto ciò che si può piantare e che si deve conservare per la biodiversità. Infatti contiene centinaia di migliaia di sementi ad una temperatura tale da resistere per migliaia di anni ed anche in caso di guerra o cataclisma. Inoltre, quasi tutti i paesi, compresa l’Italia che lo ha a Bari, hanno una “banca nazionale” o una rete di istituti che provvede alla conservazione di semi.

Attraverso questi sistemi di sopravvivenza anche alle catastrofi climatiche abbiamo una certa sicurezza che grazie alla genialità degli inventori dà una grande speranza. Infatti la situazione mondiale può essere ancora recuperata unendoci e limitando dai piccoli gesti a quelli di valore maggiore tutte quelle cose che facendo senza pensarci o per nostra ignoranza  danneggiano l’ecosistema. Ricordiamoci poi che crescere una piantina con i nostri sforzi dà sempre soddisfazione  e felicità  vedendola una volta  che è grande e bella grazie a noi La terra da millenni si adatta alle nostre condizioni di vita, ora  sei pronto a dargli tu una mano per aiutarla a sopravvivere?

cod. 1455387705099