PANTA REI… tutto scorre

Lavoro della giovanissima redazione della classe 2B della Scuola Primaria Beata Vergine di Lourdes -Zola Predosa (Bologna) coordinata da Valentina Tarozzi

Schermata 2017-03-22 alle 15.08.58“ Non si può discendere due volte nel medesimo fiume. A chi discenda negli stessi fiumi, sopraggiungono sempre altre e altre acque. E non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va. ( Sulla natura– Eraclito).

Abbiamo parlato molto, in classe, di Eraclito, questo pensatore, noi lo chiamiamo così, della Grecia antica. Abbiamo letto che gli piaceva vivere a contatto con la natura e che, addirittura, per diversi anni, aveva vissuto da solo sui monti, mangiando solo piante e stando lontano anche dalle persone, con cui, molto spesso, non andava d’accordo. Mentre viveva sui monti, però, si ammalò di idropisia, una malattia che porta il corpo a gonfiarsi, in alcune parti, a causa di un aumento di liquidi. Così fu costretto, dai monti, a far ritorno in città per farsi curare. Nel frattempo chiese ai medici se “fossero capaci di far sì che dall’inondazione venisse la siccità”  e siccome i medici non capivano cosa volesse dire, si seppellì in una stalla sotto il calore dello sterco animale, sperando che questo evaporasse. Che ridere!!! Strano tipo… questo Eraclito!!! Alcuni studiosi dicono sia morto in questa posizione, altri che sia morto dopo tanti anni. Quale sia stata la morte vera non si sa. Ma veniamo a quello che pensava lui, questo “panta rei”. All’inizio, quando la maestra, le prime volte, pronunciava “panta rei”, c’era chi di noi capiva solo “rei”, “pallarei”, “pannarei”. Difficile la sua pronuncia e difficile, da capire, il pensiero di Eraclito, per noi che siamo in seconda elementare. Poi…ecco!!! Abbiamo capito!!! E’come aprire i rubinetti dei lavandini della nostra scuola e lasciare SCORRERE l’acqua e….PANTA REI!!!!

Affari di casa nostra

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Articolo di Leonardo Suvieri, III F del liceo G. Alessi di Perugia

C’è una ricchezza che marcisce, che non viene sfruttata da nessuno nel nostro paese. Da anni dovrebbe essere restituita alla comunità sociale, per dare lavoro, ma è ferma, congelata, non può rientrare nel circolo. Cosa si aspetta?… Che la legge venga applicata.
Le più grandi associazioni a delinquere del nostro Paese hanno portato i loro affari ovunque. La stessa Umbria è stata occupata dalle principali cosche mafiose: ‘ndrangheta e camorra. Negli ultimi anni sono stati sequestrati beni nella maggior parte delle città umbre, per un valore complessivo che supera le centinaia di migliaia di euro.pietralunga
Nel 2016 le confische di beni immobili in Umbria sono state 74, un salto considerevole rispetto agli anni precedenti (nessuna nel 2011, 4 nel 2013). Sono stati oggetti di sequestri 4 aziende, 10 abitazioni (di tipo civile o economico), 11 magazzini, 5 tra stalle, scuderie, rimesse ed autorimesse, 7 beni di enti locali, 34 diversi appezzamenti terrieri, 3 beni immobili di altro tipo.
Il primo di questi beni ad essere stato sequestrato è però l’unico per il quale è iniziato un effettivo percorso di riutilizzo sociale. Da quattro anni i terreni di Col della Pila, nel comune di Pietralunga, in provincia di Perugia, confiscati alla ‘ndrina reggina dei De Stefano, sono stati affidati ai volontari di Libera Umbria, grazie ai quali sono stati bonificati 20 ettari di cui 80 a bosco.
Si può quindi dire che, ad oggi, il progetto di riutilizzo di queste confische, non è quasi del tutto partito. La mafia ha sottratto ricchezza al nostro paese: soldi, negozi, aziende, attività imprenditoriali, immobili. Ora questa ricchezza è abbandonata, non viene restituita o reimpiegata per uno sviluppo economico: le case vuote potrebbero alleviare i problemi di famiglie che non si possono pagare la casa, le aziende potrebbero ripartire e ridare lavoro, i campi potrebbero essere di nuovo coltivati…Invece da decenni tutto è congelato, si deteriora inutilemente. Ed è un grande spreco. Economia circolare è anche questo: riconvertire e riutilizzare, non solo rifiuti, ma anche ricchezza.

Un’inchiesta illuminante

Le classi 3 A e 3 C della Scuola Primaria  “Domenico Giuliotti” di Greve in Chianti, con la visita alla centrale termoelettrica di Santa Barbara hanno indagato le ripercussioni che i gesti quotidiani possono avere sui cambiamenti climatici.

Non contenti, i giovanissimi redattori sono andati a indagare sulla storia dell’energia e dei suoi “effetti collaterali” nella zona della Val D’Arno. Per avere un quadro sul futuro dell’energia nella zona, sono poi andati a intervistare il sindaco di Greve in Chianti Paolo Sottani

Referente: Agata Maddoli

cod. conc. 1462370342389

Cristallo e Fiamma Bianca

Proto-fumetto, esperimento di scrittura creativa collettiva delle III A e B primaria Don Milani di Monte Porzio Catone (Roma), coordinate da Barbara Forti con il coinvolgimento delle insegnanti di tutte le discipline.

“Come abbiamo lavorato…” (con il testo in scrittura digitale)

Il testo originale

cod. conc. III A 1454603504020; III B 1454603921999

Climate change e il mondo che vorrei

Sul nostro Pianeta il clima sta peggiorando, si stanno verificando molti fenomeni. A causa dello scioglimento dei ghiacciai molti animali potrebbero estinguersi, come gli orsi polari e i pinguini e per salvarli gli alunni della III B dell’I. C. di via Giuseppe Messina propongono uno stile di vita più responsabile.

Docente referente: Teresa Cerza e Lucia Pozzi

cod. 1457603415502