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Il pianeta vivente: noi lo distruggiamo?

Giornale di 52 pagine interamente dedicato ai temi di Giornalisti Nell’Erba5 dai 28 redattori della Prima secondaria di primo grado dell’Istituto Sant’Orsola di Guastalla (Reggio Emilia), coordinati dall’insegnante Anna Coser.



Qui sotto le immagini delle pagine del giornale, una foto della redazione e “la redazione vista da Valentina”.

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I pericoli del pianeta vivente

Articolo di Elena Carraro,13 anni di Roma.

Oggi l’uomo troppo spesso antepone il profitto, il successo ed una serie di altre cose all’ambiente, al rispetto della natura e del suo equilibrio. E’ terribile infatti pensare che, prima o poi, anche la nostra specie si potrebbe estinguere.

Questo non tanto grazie a teorie e superstizioni come l’apocalisse o la fine del mondo, quanto ad un’accelerazione del processo naturale di “consumazione” che riguarda ogni pianeta ed ogni stella seppur dopo miliardi e miliardi di anni.

La terra continuando così si e ci distruggerà, prima del suo tempo naturale, semplicemente perché noi non la rispettiamo ma molto probabilmente non sarà lei la prima ad esser distrutta, perché il nostro pianeta si adegua quasi sempre ai cambiamenti, come è accaduto anche con la caduta di meteoriti in diverse occasioni che hanno, dicono gli studiosi, causato l’estinzione dei dinosauri e le ere glaciali, anche in quei casi comunque, alla fine, la terra è sopravvissuta !

E non è vero solo che dobbiamo salvarla per non distruggerla, il problema al momento più urgente ed attuale è che dobbiamo salvarla altrimenti ci distruggeremo noi da soli, con le nostre mani.

Tutti i cambiamenti di clima, gli uragani, le eruzioni vulcaniche ed i terremoti, ci sono da sempre e sempre ci saranno, pare certo però ormai che l’aumento delle frequenze e della violenza di questi episodi si verifichino ed aumentino anche a causa del nostro modo di violentare la natura sia nel depredarne ormai senza controllo le risorse naturali, sia nel non studiare tutti i modi possibili per rimediare ai danni già fatti e prevenirne ulteriori, comprese le catastrofi naturali. Read the rest of this entry »


“Parola Nostra” sui pericoli del Pianeta Vivente

Dossier inserto speciale dedicato ai temi del concorso realizzato dai redattori del giornale “Parola Nostra” (32 pagine in carta patinata), ovvero 41 giornalisti nell’erba foggiani che hanno lavorato alle pagine della superinchiesta dalle classi dei plessi di Bovino e Castelluccio dei Sauri, con il contributo dei “colleghi” di Panni che hanno inviato alcuni articoli.  Tutor, Anna Maria Gesualdi e Maria Antonietta Colaianni. Cliccare qui per vedere il pdf delle 16 pagine di dossier: Dossier




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I pericoli del pianeta vivente – eruzioni, inondazioni…

Inchiesta di Sveva Vitelli, 13 anni, di Carpineto Romano (Roma).

La giornalista ha impaginato la sua inchiesta inserendo anche immagini e grafici. Cliccare qui per vedere il pdf: I PERICOLI DEL PIANETA VIVENTE – eurzioni inondazioni

Qui sotto, il testo dell’inchiesta.

La Terra è l’unico tra i sette pianeti della nostra galassia in cui si trovano gli elementi indispensabili alla vita come l’acqua e l’ossigeno. Il nostro pianeta è sempre stato generoso con l’uomo sin dai tempi della sua comparsa ,ha cominciato però a “ribellarsi “ solo quando si è sentito minacciato. Ora ai telegiornali si sente continuamente parlare di terremoti,inondazioni ed eruzioni vulcaniche, così ci rendiamo conto che la Terra non fa altro che attuare la legge del contrappasso.

 

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S.O.S: ULTIMATUM DAL PIANETA TERRA

Inchiesta dei redattori della II media A dell’Istituto Elio Vittorini di Messina, insegnante Rosa Martelli.

Crescita demografica, progresso tecnologico e sviluppo economico stanno alla base dei principali cambiamenti ambientali. Nella società odierna assistiamo ad un’alterazione degli equilibri del nostro ecosistema. La logica del consumismo ha il sopravvento e l’atavico equilibrio, che i nostri avi sembrano aver gelosamente custodito e mantenuto, è ormai inesistente. Qualsiasi attività umana si muove in direzione diametralmente opposta ai bisogni del nostro pianeta. Basta “tuffarsi nel passato” per rendersi conto, come l’agricoltura, da sempre considerata un’attività rispettosa della natura, ultimamente ha favorito processi erosivi che inquinano il nostro ambiente. Arature del suolo troppo profonde, tecniche intensive di coltivazione, prelievo delle acque dei fiumi o, dalle falde freatiche, determinano gravi dissesti ambientali. Il fenomeno della “subsidenza” causato dalla deviazione di corsi d’acqua, correlata all’innalzamento del livello del mare, provocherà in un futuro, non molto lontano, la scomparsa di alcune città costiere, mentre a tutt’oggi assistiamo al processo di salinizzazione, che interessa alcune zone costiere dell’India, della Cina, ma anche, com’è facilmente riscontrabile, nella zona mediterranea. Particolarmente devastanti sono le alterazioni ambientali provocate dalla costruzione di laghi artificiali. Si calcola che nella superficie terrestre ne esistano oltre 10.000 mila, per non parlare di quelli di piccole dimensioni a servizio di micro aziende. La costruzione di un bacino artificiale, se da un lato arreca indubbi vantaggi all’economia di una regione, dall’altro può provocare modificazioni ambientali negative e calamità quali la sommersione di lunghi tratti vallivi col conseguente abbandono dei centri situati sul fondovalle. La realizzazione del lago Bratsk in Russia, ad esempio, ha comportato la delocalizzazione di 250 villaggi con 700.000 persone; la diga di Assuan sul Nilo ha richiesto il trasferimento di oltre 100.000 indigeni ed ha sommerso una delle regioni archeologiche più interessanti dell’Africa; il lago Tucurui, in Brasile, ha coperto 2.430 km. quadrati di lussureggiante foresta vergine. Un secondo inconveniente risiede nel fatto che gli invasi sono causa indiretta dell’erosione costiera. La natura si ribella a tutte queste forme di violenza, diventando lei stessa pericolo per l’umanità. Inondazione, esondazioni, eruzioni e frane sono i “doni” della natura, stanca di tanto scempio. Il Delta del Nilo, ad esempio, dopo la costruzione della diga di Assuan (1974) si ritira di circa 40 m. all’anno e in Italia i tratti costieri della Basilicata, situati presso le foci dei fiumi Agri e Sinni, che prima della costruzione avanzavano di cinque m. l’anno, ora si assottigliano di oltre un metro l’anno. Immediata è la risposta della natura. Read the rest of this entry »


Tg sui disastri della Terra

Telegiornale della redazione del quarto ginnasio B del Liceo Classico Giosuè Carducci di Comiso (Ragusa), insegnante Stefania Stradacquanio.





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