Resilienza: la miglior arma per affrontare i cambiamenti climatici e ambientali

di Valentina Diani, Alessandra Orza e Greta Brigati, 17 anni, del Liceo G.M Colombini di Piacenza

Ancora a parlare di ambiente? Ebbene sì … ma perché è così importante insistere su questo argomento?

Siamo nel 2020 e ancora in molti continuano a negare l’evidenza dei feedback che il nostro pianeta ci sta mandando, mostrandoci giorno dopo giorno quali conseguenze dovremo subire a causa dei maltrattamenti e degli abusi che gli abbiamo inflitto negli ultimi secoli.

Davvero crediamo che la fine del mondo non dipenda dalle nostre azioni? Ci sono veramente delle persone che credono che la situazione mondiale attuale sia sotto controllo nonostante tutte le catastrofi avvenute solamente agli albori di questo nuovo decennio come i devastanti incendi che in Australia ed Amazzonia continuano a distruggere degli ecosistemi?

Come possiamo fare noi giovani, con un futuro all’orizzonte e un pianeta da preservare, a far sì che la situazione non peggiori, che sempre più specie animali non continuino ad estinguersi, che i nostri meravigliosi paesaggi smettano di incendiarsi e che i due poli terrestri non si sciolgano più?

Sicuramente se ognuno di noi, nel suo piccolo, decidesse di modificare le proprie abitudini e di intraprendere uno stile di vita più ecosostenibile, darebbe una grande mano al pianeta senza, però, risolvere alla radice i suoi problemi. Difatti, anche se tutti abbracciassimo uno stile di vita più ecologico, riducendo l’uso di plastica, facendo sempre correttamente la raccolta differenziata, muovendoci a piedi o in bicicletta ed intraprendendo un’alimentazione vegetariana o vegana, risolveremmo solo una parte dei problemi ambientali a cui siamo soggetti in questo momento. Affinché avvenga un vero cambiamento nel mondo, è necessario che tutti gli Stati adottino politiche che impediscano che i governi continuino ad attuare manovre meramente sulla base dei loro interessi economici, fregandosene degli impatti che codeste azioni possano avere sulla salute e sul futuro della nostra terra.

Sulla base di ciò, nel settembre 2015 è stata sottoscritta dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU “l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”, un programma d’azione di 169 “target” (ovvero traguardi) per il nostro pianeta, per la sua prosperità e le persone che vi abitano. Essa ingloba i 17 obbiettivi per lo sviluppo sostenibile che gli Stati si sono impegnati a raggiungere entro il 2030, come la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame ed il contrasto al cambiamento climatico.

Su quest’ultimo aspetto negli ultimi tempi se ne è sentito parlare parecchio. La storia, però, è sempre la stessa: da un lato un numero crescente di giovani continua a protestare nelle città per smuovere le coscienze comuni e fare in modo che i governi si applichino in maniera più concreta a riguardo, dall’altro i negazionisti (come il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump) continuano a negare l’esistenza del Global Warming.

Dunque, che cosa è giusto o meno fare dinanzi a queste problematiche? La risposta è: essere resilienti! 

In psicologia per resilienza si intende la capacità di un individuo di affrontare o superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà. Dobbiamo essere come una palma che oscilla col vento ma non si spezza, piuttosto che essere delle rigide querce che “fanno da muro” e resistono alle intemperie, ma poi si rompono. Di fronte alle perturbazioni occorre essere equipaggiati non per resistere, ma per seguire l’urto e resiliere.

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