Polli, discussione aperta

di Margherita Cardinali e Filippo Paparelli, 15 anni, del liceo G. Alessi di Perugia, coordinamento Annalisa Persichetti e Chiara Fardella

foto-bambino-con-pulcinoUno degli argomenti più discussi in questi ultimi anni è la carne di pollo. Ci sono diverse teorie da smentire su questo argomento. Molte persone pensano che non ci siano controlli sui polli, che siano riempiti di antibiotici per accelerare la crescita e che non mangino nel modo giusto. Perciò abbiamo intervistato un allevatore di polli per chiarire questa questione.

Le differenze tra biologico e non biologico sono: il mangime, il numero di animali allevabili e la struttura dove vengono cresciuti.

Il mangime viene da agricoltura biologica certificata e i polli che possono essere allevati sono minori di quelli che normalmente si allevano. Questi individui hanno obbligatoriamente la possibilità di uscire all’aperto, non più solamente all’interno di una struttura chiusa, ma una struttura che ha fondamentalmente degli uscioli che permettono agli animali di uscire e poi rientrare nel capannone quando è il momento. Sicuramente è un prodotto più sostenibile a livello ambientale, perché c’è un impatto ambientale minore per il minor numero di capi.

Un pollo da carne vive mediamente 50 giorni: il maschio viene portato a 50 giorni perché ha una possibilità di sviluppo maggiore, mentre la femmina viene portata circa a 35 giorni. La femmina è quella che viene venduta intera, ad esempio in rosticceria, mentre il maschio, superata la soglia dei 50 giorni, viene normalmente sezionato e poi venduto o viene dato alla lavorazione (wurstel, cotolette).

Un dubbio molto comune è quello dell’accelerazione della crescite. Non c’è un modo per accelerare la crescita, l’unico modo è il mangime, che può avere valori energetici importanti. Non c’è niente di “chimico” o industrialmente prodotto appositamente per accelerare la crescita. Ci potrà essere quale integratore che aiuta l’assimilazione del cibo, ma questo non danneggia la salute e non fa male.

La leggenda che gli antibiotici aiutano ad accelerare la crescita è totalmente falsa. Gli antibiotici non vengono dati in maniera preventiva perché costano molto e non c’è motivo di dare un antibiotico se l’animale sta bene.

In Italia per legge non ci può essere un milligrammo di residuo di antibiotici. Vengono sempre rispettati i tempi di sospensione, ovvero un tempo prestabilito per eliminare completamente i residui di antibiotici o farmaci dal pollo. Normalmente si interviene sugli individui malati in età precoce. Si utilizzano farmaci che hanno un giorno di sospensione e vengono dati 20 giorni prima della macellazione, perciò non c’è rischio di trovare residui. Si utilizzano antibiotici solo in occorrenza. Dobbiamo smentire l’associazione tra l’utilizzo di antibiotici e la crescita degli animali. Gli antibiotici non sono ormoni, ma sono farmaci curanti. Si è arrivato al paradosso delle linee di prodotti “antibiotico free”. Il problema è che se si ammala un pollo non si può curare e quindi anche gli altri individui si ammaleranno e perciò non possono più essere messi in commercio.

Comunque il settore agricolo in Italia è totalmente “salmonella free”, mentre nel resto del mondo non lo è. Quando troviamo scritto sull’etichetta “consumare previa cottura”, significa che c’è la salmonella e non vengono fatti controlli.

Le uova non vanno lavate, perché l’uovo essendo una membrana trattiene tutte le sostanze esterne, quindi se è bagnato non sarà più una membrana e perciò le sostanze, in particolare la salmonella, entreranno nell’uovo e non sarà più possibile toglierla.

Le uova non vanno conservate in frigo perché le salmonelle si diffondono in frigo e così la verdure che noi mangiamo crude saranno contagiate. Quindi è meglio mettere le uova dentro la confezione in uno scompartimento apposito chiuso del frigo.

Non ci sono più allevamenti in gabbia, ma a terra o ad aria forzata e questi ultimi sono i migliori perché i polli hanno sempre l’ambiente pulito.

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