Il pianeta Terra “piange”

di Camilla Lisotti, 13 anni, classe III A, Istituto Comprensivo Tiberio Gulluni di Colonna (Roma)

Da quando sono piccola, amo sfogliare libri e giornali ed una delle immaginiFoto 2_ 1455128261462 della natura che mi piace guardare sono i ghiacciai. Hanno un fascino incredibile, quasi magico: una massa bianca gelida che è il risultato di anni di nevicate.

Da un po’ di tempo programmi televisivi, riviste, telegiornali hanno richiamato la mia attenzione con espressioni come “global warming”, “effetto serra”, “scioglimento dei ghiacciai” e devo ammettere che, purtroppo, la situazione è molto preoccupante, perché riguarda il nostro mondo futuro.

Proprio ieri sera, mentre guardavo il telegiornale, ho visto un servizio in cui si sottolineava come questo inverno sia il meno piovoso degli ultimi 250 anni e che tutti i laghi ed i fiumi sono al livello minimo. Non nevica, eppure siamo a fine gennaio, le nostre splendide montagne sono verdi e quelle strisce di bianco che si vedono altro non sono che neve sparata per mandare avanti l’economia dei paesi di montagna.

Le statistiche ci dicono che l’aumento della temperatura globale negli ultimi 150 anni è pari 0,8° C, con una previsione di aumento di 2° C in più rispetto all’epoca precedente alla rivoluzione industriale.

Il pianeta Terra “piange”. Piange perché l’uomo lo sta distruggendo e non ha rispetto della natura. Nella mia infanzia ho fatto molte vacanze estive in montagna e una guida alpina spiegò che il mare, la montagna e i laghi sono paesaggi bellissimi, messi a nostra disposizione dalla natura, con cui è bello entrare in contatto, ma bisogna averne rispetto e non modificarla.

L’uomo, però, cosa fa? Esattamente questo: pensa ai suoi interessi. Mi tornano in mente le tante costruzioni abusive che ho visto ai piedi di un monte o sul letto di un fiume, per non parlare della deforestazione e delle frane. Se continuiamo con questi atteggiamenti disinteressati verso l’ambiente, la natura ci distruggerà, saremo le sue vittime, sotterrate dalle acque che si innalzeranno a causa di un sempre più repentino scioglimento dei ghiacci, dalle macerie dei terremoti sempre più frequenti, perché  si è riscontrato che i movimenti delle placche tettoniche, a seguito dell’aumento della temperatura e alla forza delle precipitazioni, sono aumentate del 20% rispetto alla normalità. Tali situazioni mi fanno paura, perché sono tutte riconducibili al “global warming”, ossia al surriscaldamento climatico, il mutamento del clima terrestre sviluppatosi nel corso del ventesimo secolo e  tuttora in corso.Foto 1_ 1455128261462

Il principale responsabile del cambiamento della temperatura globale è la quantità di gas emessi nella nostra atmosfera, i quali si stabilizzano nell’aria, risultando dannosi per l’ambiente e le persone. Queste emissioni provocano il fenomeno dell’effetto serra, ossia rendono l’atmosfera molto più densa e molto meno permeabile al passaggio di calore; per questo motivo, il calore imprigionato dalla terra non viene espulso, bensì trattenuto come accade in una serra. I gas permettono alle radiazioni solari di passare attraverso l’atmosfera, ma ne ostacolano il passaggio verso lo spazio. Gli studiosi affermano che il clima sulla Terra sta mutando, perché le attività umane, le enormi emissioni di gas e la deforestazione modificano la composizione chimica dell’atmosfera.

Il cambiamento climatico comporterà delle implicazioni estremamente significative sia a carico della salute dell’uomo che dell’integrità dell’ambiente. Il clima, infatti, influenza fortemente l’agricoltura, la disponibilità delle acque, la biodiversità, la richiesta di energia  e l’economia. Il crescente aumento della temperatura sta generando mutazioni continue: la più evidente è una diminuzione delle precipitazioni che, tuttavia, si abbattono più violentemente rispetto al passato, causando danni e disastri ambientali, come è spesso accaduto negli ultimi anni.

Ho riflettuto a lungo su questo problema e ho capito che ognuno di noi può fare qualcosa, seriamente, anche nella propria casa, per non peggiorare vertiginosamente la situazione. Ad esempio basterebbe spegnere le luci nelle stanze, non lasciare le apparecchiature in stand-by, fare la raccolta differenziata, riciclare i rifiuti organici, ma soprattutto non usare le automobili e regolamentare con leggi rigide e controlli severi gli scarichi delle industrie nell’atmosfera. Ciò, sommato alle misure proposte dall’Unione Europea che prevedono di diminuire del 20% le emissioni di gas serra ed aumentare la quota delle energie rinnovabili nel consumo totale di energia, potrebbe essere un buon inizio.

E’ proprio il caso di riflettere sulle targhe alterne che, a volte, lo Stato ci impone: sindaci, politici, ci vuole così tanto a chiudere le città al traffico anche alle macchine blu e creare una città a dimensione d’uomo con mezzi pubblici efficienti? Vedremmo gente che cammina meno stressata dai clacson, che si gode la bellezza della propria città e un’atmosfera che “sorride” per il minore smog emesso.

La colpa è vostra, uomini di potere, che non volete stravolgere in meglio la vita di tutti noi. Ne conseguirebbero solo effetti positivi, ma il vostro potere, la paura di perdere consensi, l’incapacità di attuare cambiamenti vi rende immobili, tutti uguali e intanto l’aria è irrespirabile, i tassi di smog sono a livello di guardia per la nostra salute, il pianeta “piange”, lancia segnali, ma cosa c’è di peggio di chi non vuol vedere?

Data la situazione non resta che sperare nelle ricerche degli scienziati, mossi non dal potere, ma dalla loro sete di diffondere cultura. Insieme a loro potremmo urlare a gran voce il disastro imminente, incontrare questi ciechi uomini di Stato, muovere il loro senso civico  e convincerli a fare molto, molto di più. Esorto tutti a riflettere, a prendere coscienza di tale situazione. Impariamo a custodire il  bel mondo che ci è stato donato, altrimenti temo che sarà la natura a distruggere l’umanità.

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