Chi avrà la meglio?

di Caterina Pettirossi, della 3E dell’Istituto Comprensivo Perugia 9, coordinamento Federico Panduri

1551651970461-succo
Tutti sotto l’ombrellone e il sole cocente di agosto desideriamo spesso dissetarci con un succo, un estratto o un frullato di frutta. Le differenze? L’estratto (o succo) è un concentrato di vitamine e sali minerali, dove la polpa viene separata dal succo attraverso uno specifico strumento, mentre il frullato è ottenuto con un mix di frutta e latte.
Ma perché bere un succo invece di mangiare un frutto fresco? Questa domanda ricorre spesso tra i nutrizionisti.
Sicuramente gli estratti di frutta e verdura sono ricchi di vitamine purché provengano d’agricoltura biologica o controllata, altrimenti oltre a frutta e verdura potremmo incontrare residui di pesticidi.
Solo che i succhi di frutta non sono salutari. Innanzi tutto eliminano la presenza di fibre, fondamentali per l’organismo in quanto necessarie a regolare il nostro intestino e ad aiutare la digestione. Un altro rischio importante in cui si incorre assumendo frequentemente succhi, è quello di eliminare gli zuccheri della frutta (fruttosio) e aggiungerne altri che non fanno parte dell’alimento, ma che servono solo per ridare il sapore al frutto. Questi zuccheri, con indice glicemico leggermente più alto, entrano velocemente all’interno del nostro organismo e stimolano l’ormone insulina, e tanto più l’assorbimento è veloce, tanto più torna il senso di fame. Infatti queste bevande hanno un basso potere saziante.
Le sostanze aggiunte ai succhi sono ritenute responsabili dell’aumento dei trigliceridi, e se si esagera si ottiene un accumulo di grasso. Questo è il motivo per cui, a seguito di un utilizzo eccessivo, potremmo notare un aumento del giro vita e una glicemia in salita. Pertanto, per coloro che soffrono di glicemia alta o diabete, questi estratti lavorati sono altamente sconsigliati.
È necessario sapere che per il nostro corpo è differente assumere un frutto o qualsiasi cibo per intero, piuttosto che una parte o un estratto. Il nostro organismo ha bisogno di tutte le sostanze che troviamo all’interno di ciò che mangiamo e separarli non è sempre una buona idea. Importante è soprattutto la masticazione, perché gran parte delle sostanze benefiche della verdura, ma anche della frutta, vengono assorbite dopo un processo di masticazione attraverso particolari enzimi salivari che effettuano la prima digestione rendendo l’alimento più facile da scomporre e digerire. Rispetto ad un frullato, un estratto va consumato entro poco tempo dalla preparazione in quanto si ossida molto più velocemente. Gli estratti inoltre, non sono sostitutivi di un pasto, in quanto provocano un aumento dello stress metabolico che per l’organismo può diventare troppo elevato e, se portato avanti nel tempo, provoca una carenza nutrizionale.
Quello che si crede un vantaggio di questi estratti è che risultano più digeribili: infatti impiegano soltanto quindici/trenta minuti per essere assorbiti, rispetto alle tre o quattro ore necessarie per digerire un cibo mangiato per intero. Ovviamente tutto questo dipende dall’assenza di fibre contenute nella polpa che l’estrattore separa dalla parte liquida.
Spesso negli estratti vengono mescolati sia frutta che verdura ma questi due alimenti richiedono diversi processi digestivi ad eccezione di carote e mele considerata l’unica combinazione possibile.
Recentemente, alcuni pediatri statunitensi hanno raccomandato di limitare il consumo dei succhi di frutta nei bambini in quanto non sono sostitutivi né dell’acqua, né della frutta, ma aumentano il consumo di calorie e il rischio di carie dentali. In conclusione si consiglia di raddoppiare le dosi di frutta e verdura interi, meglio se biologici e freschi.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *