di Maria Luisa Orlandi, del liceo G. Alessi di Perugia
7 grammi di CO₂: ecco l’inquinamento che produciamo ogni volta che effettuiamo una ricerca su internet.
Internet è ormai diventata un’insostituibile fonte di informazioni, conoscenze e luogo di interazione, ma è un’arma a doppio taglio in molti sensi: fake news, dark web, cyberbullismo sono tra i pericoli più conosciuti. Forse non tutti sappiamo, però, che internet inquina anche il nostro pianeta.
Si calcola, infatti, che in un anno il web produca circa 830 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
Bisogna premettere che già solo l’azione di accendere computer, tablet, smartphone e altri apparecchi elettronici richiede un grande consumo di energia, ancora oggi prodotta per la maggior parte attraverso fonti non rinnovabili.
Ma veniamo al vero e proprio web. Ogni azione che svolgiamo online richiede una costante elaborazione di dati e questo avviene grazie a enormi centri disseminati sulla Terra: i cosiddetti data centre. Il loro funzionamento richiede un grandissimo sforzo energetico e l’emissione di CO₂ che ne deriva ha portato all’attenzione delle autorità i grandi operatori come Google e Facebook, che li gestiscono.
Alla navigazione in rete è riconducibile circa il 2% delle emissioni globali annue di CO₂. I dati, poi, sono pericolosamente in crescita e Greenpeace stima che entro il 2020 Internet produrrà più inquinamento di Francia, Brasile, Canada e Germania insieme.
Per capire meglio quale impatto le nostre azioni abbiano sull’ambiente, basta pensare che ogni secondo passato su Internet vale 0,02 grammi di anidride carbonica, mentre il prezzo di un email è di 4 grammi, la stessa quantità di CO₂ emessa da una lampadina accesa per due ore.
Ma cosa possiamo fare noi, per cui internet è diventato una comoda abitudine, per migliorare la situazione? Per prima cosa dovremmo cercare di non passare per i motori di ricerca, ma di inserire direttamente l’indirizzo del sito, se lo conosciamo. A noi sembrerà una semplice formalità, ma i 7 grammi di CO₂ emessi diminuiranno del 75%.
Inoltre è importante seguire il “Decalogo per la sostenibilità”, disponibile sul sito CO₂Web, un progetto di Rete Clima che ci guida verso una rete più sostenibile. Sul sito sono anche forniti tool di calcolo delle emissioni che ognuno può utilizzare per scoprire, in base alle email inviate mensilmente o alle ore passate su Internet, il suo impatto sull’ambiente. Possiamo così calcolare che, inviando 10 email al mese, a fine anno si saranno immessi nell’ambiente circa 2,3 Kg di anidride carbonica. Per chi passa anche solo un’ora al mese sul web, l’inquinamento prodotto arriva a 0,9 kg annuali.
Insomma, anche internet, compagno silenzioso e apparentemente innocuo di tutti i nostri giorni, gioca un ruolo nell’inquinamento e il suo impatto diventa ogni giorno più pesante. Per alleggerirne l’impronta carbonica, bisognerebbe utilizzare energia pulita e rinnovabile in ogni impianto che lo riguarda.
Per esempio dovremmo spingere i gestori dei data centre a scelte energetiche sostenibili, usando anche la potenza delle mozioni sostenute in rete da milioni di utenti, alle quali imprenditori di rete non possono rimanere indifferenti.
La scelta, quindi, coinvolge anche noi utenti, che dobbiamo decidere se accontentarci della strada più facile dell’energia non rinnovabile, o impegnarci a promuovere quella più faticosa del risparmio e dell’energia pulita che contribuirebbe, però, a salvare il pianeta.
cod. 1519932430055