Il diritto di accesso in materia ambientale

tesi di laurea di Lucia Menza, 28 anni di San Cataldo di Bella (Potenza) – Università La Sapienza, facoltà di giurisprudenza.

Il lavoro di tesi è stato condotto seguendo una linea direttrice precisa, cioè: a) la conoscenza delle principali fonti normative a livello internazionale, comunitario e interno; c) la delineazione delle radici storiche del sistema amministrativo legato al tema dell’accesso e, infine, la proposizione di un modello integrato di gestione delle informazioni ambientali funzionale alla partecipazione dei singoli e delle associazioni ambientaliste ai processi decisionali in materia ambientale e alla tutela del diritto di accesso. Ed invero, lo studio condotto in ordine alla normativa internazionale in materia ambientale ha reso evidente la mancanza nel nostro ordinamento interno di un sistema informatico ben organizzato per la gestione delle informazioni in materia ambientale nei principali settori relativi allo stato delle acque, dell’aria, dell’atmosfera e del suolo. Infatti, ciò che è stato rappresentato è la mancanza di chiarezza, organicità e comprensibilità dei dati raccolti a livello regionale dalle ARPA e tale mancanza di organicità si riflette, non solo sulla scarsa conoscenza dei cittadini delle principali problematiche che affiggono i territori interessati dalle informazioni nei settori su indicati, ma si riflette, soprattutto, sui rapporti tra pubbliche amministrazioni e le aziende che sul territorio svolgono le proprie attività produttive. Ed invero, si è rilevato che la gran parte degli sforzi condotti dal Legislatore per la creazione dei siti internet dedicati alle ARPA regionali e, dunque, alla pubblicazione dei dati raccolti sullo stato del territorio, si sono rivelati fallaci, poiché, i dati vengono riportati in maniera incompleta, senza alcun tipo di spiegazione necessaria a persone, con una media conoscenza scientifica, quale la maggior parte degli utenti, di poter accedere all’informazioni su esposte. E, inoltre, ciò che è parso più incomprensibile è stato il fatto di escludere da tali sistemi integrati di gestione delle informazioni in materia ambientale, proprio quelle aziende che sul territorio svolgono le proprie attività economiche. Ciò a nocumento dei diritti dei cittadini e della tutela dell’ambiente, che larga parte ha assunto nei dibattiti, sia politici, sia sociali nell’odierno scenario interno e comunitario. Infatti, un diritto, oltre che essere sancito a livello internazionale, comunitario ed interno, deve essere effettivamente garantito ai cittadini e tale compito è affidato dalla Costituzione, oltre che alle pubbliche amministrazioni, anche ai singoli, secondo quanto previsto dall’art. 114 Cost. In tal senso, è stato delineato il principio di sussidiarietà orizzontale, cioè la possibilità per i cittadini di non essere solo fruitori passivi dei servizi resi dalle pubbliche amministrazioni, ma di farsi parte attiva nella amministrazione della res pubblica. Ed invero, il fulcro del lavoro di tesi svolto si fonda, proprio, sulla Convenzione di Aarhus, la quale attribuisce un ruolo fondamentale, non solo ai singoli, ma, anche alle associazioni ambientaliste nel riconoscimento del diritto di accesso in materia ambientale. Infatti, i pilastri della suddetta Convenzione sono il diritto di accesso, la tutela del diritto di accesso e la partecipazione dei singoli e delle associazioni alle decisioni in materia ambientale. Tuttavia, la partecipazione, se riconosciuta agli individui singolarmente e alle associazioni ambientaliste, deve essere garantita, anche agli imprenditori, che sul territorio svolgono attività produttive. In quanto attori del sistema integrato di tutela ambientale sono, sia le pubbliche amministrazioni, sia gli utenti dei vari servizi, sia coloro i quali tali servizi rendono alle comunità locali. Ebbene, non si può pensare di prescindere dalla conoscenza dello stato dei luoghi e, dunque, da una efficace partecipazione ai sistemi di raccolta delle suddette informazioni che ad esso ineriscono se si intende svolgere attività di tipo economico in una determinata area geografica. In quanto, la scarsa conoscenza delle informazioni da parte dei cittadini da un lato e la mancata osservanza delle regole prescritte in materia ambientale da parte degli imprenditori, dall’altro, creano i disastri ambientali a noi tristemente noti, quali, solo per citarne alcuni: il caso Ilva di Taranto, le trivellazioni petrolifere nella Val D’agri, l’inquinamento delle falde acquifere nella zona del Pertusillo etc. Ed invero, l’impegno per la tutela dell’ambiente deve essere assunto, non solo dalle pubbliche amministrazioni, ma, anche da tutti i cittadini, oltre che dagli operatori economici, impegno che, appunto, passa attraverso un sistema integrato di gestione delle informazioni partecipato in concerto con tutti i suddetti attori del sistema di tutela ambientale. Sistema che deve essere garantito, prima di ogni altro operatore economico, da quelle Società che forniscono servizi per le comunità locali, quali ad esempio le Società che hanno scelto di investire nella green economy e, dunque, nel sistema energetico incentrato sulle fonti rinnovabili, quali energia eolica o solare. Ebbene, il diritto di accesso in materia ambientale, non è semplicemente una situazione soggettiva garantita dalla normativa internazionale, comunitaria e interna ovvero semplice disquisizione di teorica del diritto che rimane lettera morta, ma è situazione concreta con implicazioni fortissime sulla vita dei cittadini, sulle attività delle pubbliche amministrazioni e sull’economia di un determinato territorio. Ritengo, che l’impegno per la tutela ambientale si esprima, non soltanto attraverso la scelta di un modello di economia sostenibile, ma, anche, mediante un dialogo continuo tra amministrazioni, cittadini ed operatori economici, un dialogo che può realizzarsi se tutti gli attori di tale sistema di tutela, comunichino tra di loro in maniera efficiente. E la comunicazione avviene, sia attraverso i processi decisionali in materia ambientale, ma, anche e soprattutto attraverso la partecipazione di tutti al sistema integrato di gestione delle informazioni ambientali, informazioni raccolte dalle Arpa e informazioni fornite dalle Società che svolgono attività produttive, coordinate a livello nazionale e direttamente gestite da un sistema informatico che ha il proprio centro operativo nel Ministero dell’Ambiente. In quanto, è la conoscenza delle informazioni che consente ai cittadini, di assumere consapevolezza circa lo stato dell’habitat che li circonda e a prendere scelte eco – sostenibili, cioè prediligere un servizio, ad esempio la fornitura di energia elettrica perché sfrutta solo fonti rinnovabili, oppure scegliere un determinato bene di consumo, poiché prodotto in uno stabilimento che utilizza fonti rinnovabili e materie prime del territorio. Infatti, le scelte dell’utente finale, possono dirigersi verso un servizio ovvero verso un determinato prodotto, solo se tali scelte sono rese in maniera consapevole. E, in un mondo ove la scarsità delle materie prime e dei beni necessari per la sopravvivenza sono problemi imperanti, non si può ritenere che le scelte dei consumatori – utenti, non siano condizionate dalla conoscenza che essi hanno del territorio, dello stato di salute dello stesso e delle modalità produttive, nonché dalle scelte adottate dalle Società fornitrici di beni o servizi, per la tutela ambientale. Infatti, migliorare il sistema integrato di informazioni ambientali e consentirne la partecipazione attiva, anche, delle Società che operano sul territorio produce dei vantaggi per tutti gli attori dello stesso. In tal senso, i cittadini ne beneficerebbero perché otterrebbero un maggiore, migliore e adeguato apporto dei dati concernenti l’ambiente che li circonda e ciò consentirebbe agli stessi, ove ritengano i dati allarmanti, non solo di intervenire singolarmente o per mezzo delle associazioni ambientaliste, ma, anche, di penalizzare, nelle proprie scelte economiche gli operatori economici che non partecipino in maniera attiva a tale sistema integrato di informazioni. Inoltre, le amministrazioni ne verrebbero beneficiate, poiché un efficiente sistema di gestione delle informazioni cui partecipino, anche, gli operatori economici consente di evitare di intervenire contro le Società inadempienti, anche, mediante fastidiosi blocchi della produzione e danni per l’economia del territorio, oltre che un maggiore apporto dei cittadini che migliorando la propria conoscenza dello stato dei luoghi possono segnalare eventuali anomalie evitando fastidiosi e lunghi controlli da parte della P.A. medesima. E, infine, ne verrebbero beneficiate le Società, poiché renderebbero effettiva la propria scelta green, garantendo maggiore trasparenza agli utenti – consumatori e contribuirebbero a creare un sistema coordinato, ordinato e integrato di gestione delle informazioni ambientali. Infatti, un siffatto sistema potrebbe sfruttare i siti delle ARPA regionali già esistenti, ma oltre ai dati rilevati dalle stesse dovrebbe indicare anche quelli forniti dalle Società aderenti e garantire una comparazione tra gli stessi, dati che a livello regionale potrebbero confluire verso un server centrale presso il Ministero dell’Ambiente. Inoltre, il Ministero comparati e valutati i dati potrebbe, ove le Società aderenti siano state solerti e chiari nella fornitura dei dati consentire degli incentivi o sgravi fiscali. Ed invero, è la consapevolezza che rende i cittadini responsabili, responsabilità verso le generazioni future, ma tale consapevolezza non può assumersi senza conoscenza e la conoscenza passa attraverso l’accesso e l’accesso passa attraverso un efficiente sistema di raccolta delle informazioni cui tutti gli operatori del sistema di gestione economico – ambientale siamo chiamati a farne parte. In quanto noi tutti abbiamo una responsabilità verso le generazioni future e, cioè quella di consegnare la terra con tutte le risorse naturali di cui oggi noi possiamo godere.

 

cod. 1516461254395

 

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