Quando un tè può salvare il pianeta: la “Rainforest Alliance Certified” (12164)

WORKSHOP – Si fa presto a dire green

di Luca Crosti23 anni, Roma

Alberi centenari, animali e migliaia di altre forme di vita. Ogni pezzo si incastra in quel puzzle perfetto che è il polmone verde del nostro pianeta. Un polmone sottoposto a uno sfruttamento indiscriminato che rischia lasciarci senza più aria, la deforestazione. Causata da meri interessi commerciali, questa pratica è un male che ci affligge da anni e nei confronti del quale è ora di correre ai ripari. Proprio in questa direzione va l’impegno assunto da importanti aziende e multinazionali, tra cui spicca il nome di Unilever.

L’azienda, leader nel settore dei beni di largo consumo, dopo gli anni dei boicottaggi promossi da colossi dell’ambientalismo mondiale. negli ultimi tempi si sta fortemente impegnando ad attuare politiche che possano salvaguardare l’ecosistema in cui operano. Come previsto dall’Unilever Sustainable Living Plan (presentato nel 2010) alla fine del 2012, il 36% delle materie prime agricole è stato acquisito da fonti sostenibili.

Nel caso del tè Lipton la sostenibilità è “Rainforest Alliance Certified”, ossia certificata dalla “Rainforest Alliance”,organizzazione non governativa (ONG) che lavora con lo scopo di conservare la biodiversità e garantire condizioni di vita sostenibili. Ottenuta da Unilever nel 2012, certifica che i prodotti utilizzati provengono da piantagioni che non danneggiano l’ecosistema. 

Sostenibilità per Rainforest Alliance e Unilever non significa porre il proprio sguardo esclusivamente sulla Camellia sinensis, la pianta del tè, pur garantendone una crescita il più possibile naturale grazie all’uso ridotto di pesticidi e fertilizzanti, mantenuti al di sotto del Livello di Residuo Massimo. Per raggiungere l’obiettivo della certificazione è stato, infatti, necessario rivolgere l’impegno a tutto quello che ruota intorno alle piantagioni:

  • al suolo, prevenendone l’erosione grazie all’elevato numero di piante;

  • all’inquinamento, ridotto grazie a una gestione migliore dei rifiuti;

  • all’ecosistema, incrementando la biodiversità, stabilizzando i bacini idrografici e proteggendo le specie di alberi a rischio estinzione;

  • alla fauna selvatica, che grazie agli ampi spazi naturali protetti e preservati può continuare a sopravvivere;

  • ai dipendenti delle coltivazioni, ai quali viene sempre riservato un trattamento lavorativo corretto edè assicurato un miglioramento delle condizioni di vita;

  • alla sicurezza sul lavoro, cercando di mantenere al minimo il numero di incidenti grazie alla formazione continua dei lavoratori;

  • alle comunità locali, attraverso numerosi programmi sociali come contribuire ai costi per la costruzione delle strade pubbliche o donare alberi che poi saranno piantati nelle scuole o nelle sedi delle istituzioni.

L’importante multinazionale ha compiuto buoni passi. Basta pensare che, stando ai dati forniti dall’azienda, già a fine 2012 il 75% del tè venduto conteneva, anche se non integralmente, foglie provenienti da piantagioni “Rainforest Alliance”.
I propositi per il futuro sono ancora migliori. Si prevede, infatti, che entro il 2015 tutto il tè provenga da coltivazioni sostenibili e che, entro il 2020, il 100% del tè con marchio Unilever, quello sfuso compreso, abbia ottenuto tale riconoscimento.


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