Lo Strano Caso dei Biodigestori (11584)

di Samuele Cuneghi, 19 anni, di Perugia (liceo scientifico G. Alessi)

L’energia è una fonte imprescindibile per la società moderna in perpetua evoluzione, per questo l’efficienza di un paese si misura soprattutto da come è in grado di gestire le proprie risorse per soddisfare i fabbisogni della popolazione e del lavoro. Quando l’energia non viene sfruttata a dovere ne risentono tutti i settori economici e in un paese come l’Italia, schiacciato dalla crisi, commettere quest’errore vuol dire compromettere la possibilità di uscirne e di rilanciare il lavoro. Esemplare è il caso dei biodigestori, macchinari che “digeriscono” sostanze tra le quali insilato,rifiuti,reflui e scarti agricoli per ottenere biogas tramite processo anaerobico di demolizione molecolare. Il biogas è importante non solo per il processo di produzione energetica,è uno dei processi di produzione ad energia rinnovabile con la più alta efficienza nel rapporto tra l’energia che viene immessa e quella prodotta. I gas ottenuti sono multiuso, tramite processo biologico viene estratto lo zolfo e può essere prodotta energia elettrica,oppure dopo essere lavorato può essere inserito nella rete del metano o sulle macchine che vanno a metano.Il sottoprodotto di quest’attività è una sostanza organica (digestato) che ha subìto un processo di maturazione simile a quello del letame nella filiera della zootecnia, perciò è un prodotto stabilizzato, che non da odori sgradevoli e in più riporta nel terrreno sostanze organiche nutrendo i campi, contrastando il processo di perdita di fertilità dei terrreni. In Italia vengono sfruttati irrisoriamente rispetto a quanto potrebbero e dovrebbero essere sfruttati. Le cause si possono trovare nelle parole del  sig. Cristiano Casagrande Direttore Confagricoltura Umbria dell’Unione Regionale Agricoltori, una delle poche enti, tolte quelle ambientaliste, che si stanno muovendo a favore di una nuova politica energetica: “ Le cause sono norme generali intelligenti ma applicative non intelligenti, tanti sottoprodotti senza controindicazione ambientale vengono considerati rifiuti e perciò destinati in discarica. Ciò comporta che per esempio le aziende di latte piuttosto che pagare lo smaltimento del siero lo portano all’estero dove viene riutilizzato per produrre biogas. In Italia, abbondando, vi sono all’incirca 800 digestori ( e considerando 300 ettari di terreno per digestore, circa l’1,5% della coltura italiana è destinata ai biodigestori). In Germania invece sono circa 8000, paese che ha molto investito sull’energia rinnovabile, varando anche una legge per la dismissione delle centrali nucleari, dove è consueto che accanto ad un gruppo di case con l’agricoltore vi sia un biodigestore a 100 m di distanza che produce energia per circa 300 abitazioni e calore aggiuntivo per altre 3000. Il fenomeno strano che stiamo vivendo sono le motivazioni dei movimenti contrari che non hanno nulla a che vedere con l’oggetto e politiche di interesse personale che portano a bloccare un quantitativo imbarazzante di progetti su basi inconsistenti”.

E quali possono essere le soluzioni per sbloccare questa situazione?

“ Gli amministratori pubblici devono avere il coraggio di far rispettare la legge e non farsi prendere dal populismo che tenta di inventarsi qualsiasi cosa pur di non applicarla cavalcando malinformazione, ignoranza e sfiducia in un paese dove non è facile garantire il rispetto delle regole, dove i controlli sono ad arte anzichè veri, dove non vengono fatti per gli amici e doppiamente per i nemici. C’è la necessità di formare la cultura di assicurarsi che le cose vengano fatte bene, che gli imprenditori abbiano la forza di far partire progetti inattaccabili, che facciano la certificazione ambientale degli impianti e che rendano pubblici dati annuali. Che gli organi predisposti come Guardia Forestale, Finanza, Usl,ecc.. compino una rete di controlli che verifichi la realtà di ciò che accade. Buone regole, corretta applicazione e normali controlli”. Questa è la ricetta che deve far cambiare il gusto della nostra politica energetica che deve essere la base della nostra crescita economica e culturale. Investire su un biodigestore vuol dire investire sull’ambiente, creare un’economia su di esso e dare nuovi posti di lavoro. L’ Italia è stufa di rimanere incatenata alle proprie burocrazie e ogni italiano deve avere il diritto di vivere usufruendo al massimo delle risorse della propria, bellissima e ricchissima terra.  Dal momento che si ha la giustificata presunzione di essere il paese più bello del mondo è giunto il momento di investire con prepotenza sulle fonti energetiche rinnovabili poichè costituiscono  l’energia che il pianeta ci offre in cambio di una sua salvaguardia e al contempo , come nel caso dei biodigestori,  non solo un gran risparmio economico ma anche la possibilità di creare economia sull’ ambiente, creare lavoro”. L’ Italia non può più aspettare.

 

cod. conc. 2901135308


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