Acqua “vaccina” ed altre tecnologie Nestlé per il risparmio idrico

EXPO2015 – INCHIESTA WHATEVER WATER settembre-ottobre 2015

di Giada Di Passa

Whateverwater VerticaleL’impianto sperimentale “Cero Agua” in uno stabilimento lattiero-caseario messicano è valso al gigante svizzero della nutrizione l’encomio di Corporate Water Stewardship ai Global Water Awards di quest’anno, per l’ingegnoso sistema di riutilizzo dell’acqua estratta nel ciclo di lavorazione, che ha consentito un consistente risparmio in termini di costi ambientali. L’impianto è funzionante nello stabilimento di Jalisco, nella regione del Lagos de Moreno, territorio che a dispetto di quanto possa evocare il nome è in realtà piuttosto arido, potendo contare su risorse idriche alquanto scarse e sempre più minacciate dalla questione dell’incremento demografico; qui, nello stabilimento della Nestlé è stata messa a punto una piccola centrale di purificazione dell’acqua che ha permesso di risparmiare il 15% del consumo annuo della fabbrica in questione, per intenderci questo equivale a una piscina olimpica (1,6 milioni di litri d’acqua) al giorno, quantitativo che secondo le stime sarebbe sufficiente a soddisfare il fabbisogno idrico giornaliero di 6.400 membri della popolazione locale. Come… vi starete domandando… Quella stessa mole di acqua freatica non più prelevata dai pozzi viene sostituita da altrettanti litri di acqua vaccina, ossia, sostanzialmente acqua di lavorazione recuperata. Il latte fresco che la fabbrica liofilizza è naturalmente composto per l’88% circa di acqua. Riscaldato a bassa pressione per ottenere una linea di latti in polvere destinanti alla prima infanzia, perde per evaporazione parte di questa acqua che viene invece raccolta e convogliata nell’impianto Cero Agua. Attraverso un sistema di filtraggio, osmosi inversa e clorurazione, l’impianto purifica quest’acqua altrimenti destinata allo scarico (già precedentemente l’acqua reintrodotta nell’ambiente veniva prima depurata in modo che fosse adatta al consumo umano), fino a renderla potabile. Naturalmente, anche per riassorbire le spese l’impianto, questo produce anche acqua di seconda qualità destinata a uso interno (irrigazione di giardini, pulizie dei macchinari, torre di raffreddamento etc.). Nel solco dello stesso progetto si inserisce, a distanza di un anno dal ben collaudato impianto messicano, la sfida californiana della Nestlé a Modesto.
Il progetto dovrebbe aver consentito di risparmiare circa 63 milioni di galloni (238.000 metri cubi) di acqua ogni anno, pari al 71% dei prelievi assoluti nel 2014. Nestlé ha investito 7 milioni di dollari nel progetto che dovrebbe essere completato entro la fine del 2016.
Gli stabilimenti Nestlé a Bakersfield e Tulare (USA) avrebbero consentito inoltre un risparmio di oltre 26 milioni di galloni (100.000 metri cubi) di acqua ogni anno, riducendo del 12% i prelievi assoluti di acqua rispetto al 2014.
Investimenti previsti quest’anno anche per ridurre la quantità di acqua utilizzata negli impianti di imbottigliamento di Nestlé Waters in California, là dove la multinazionale è stata accusata dai media di sfruttamento delle riserve di acqua dolce in una zona vessata dalla siccità (si veda intervista a Manuela Kron): si prevede di risparmiare 55 milioni di litri d’acqua (208.000 metri cubi) all’anno, con una riduzione di quasi l’8% rispetto ai livelli del 2014.
Sul sito internazionale di Nestlé si legge: “Nestlé utilizza un approccio graduale per ridurre l’acqua nelle sue fabbriche. In primo luogo, gli ingegneri cercano modi per ottimizzare i processi. In secondo luogo, si cercano nuove opportunità di riutilizzo dell’acqua, ad esempio utilizzando acqua di raffreddamento nei sistemi di vuoto. Nella terza fase, come nella fabbrica zero acqua, si implementano metodi innovativi per estrarre l’acqua da materie prime e quindi per riciclarla. In California Nestlé applica una metodologia chiamata ‘acqua dei target’, che non solo identifica opportunità per ridurre l’utilizzo di acqua, ma anche la tecnologia più appropriata da attuare. Questo approccio è stato utilizzato in più di 80 fabbriche in tutto il mondo, per individuare le opportunità per ridurre l’utilizzo di acqua del 10% – 30% a seconda della posizione. Per esempio in una fabbrica Nestlé nel Regno Unito, dove c’è un sistema di digestione anaerobica che converte i rifiuti liquami, solidi e liquidi in acqua pulita e gas naturale, si è ridotto in modo significativo non solo il consumo idrico ma anche le quantità di gas serra emessi e i rifiuti solidi”.
Incoraggianti traguardi, a fronte di 18 milioni di franchi svizzeri investiti l’anno scorso dalla Nestlé per migliorare i sistemi per il trattamento delle acque: le nuove tecnologie che avrebbero permesso di ridurre i consumi aziendali del 48,5% dal 2005 a oggi, 376 progetti attualmente in piedi nelle fabbriche della multinazionale, il 37% delle quali dislocate in aree soggette a carenza d’acqua come Sud Africa, Pakistan, India e Cina, dove queste nuove tecnologie risultano essere ora spendibili.

Vedi anche
http://www.nestle.it/creazione_valore_condiviso/report/sostenibilita_ambientale
http://www.nestle.it/creazione_valore_condiviso/sostenibilita_risorseidriche
http://www.nestle.com/asset-library/Documents/Library/Documents/Environmental_Sustainability/Water-Management-Report-Mar2007-EN.pdf

Il progetto WHATEVER WATER #cmqacqua è realizzato in partnership con Nestlé Italia e Carlsberg Italia.

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