Una finestra sul mondo

di Martina Francesca Bello, 16 anni, di Voghera

La farfalla bianca volava. E tu potevi stare ore a fissarla. 

Respiravi, e subito riuscivi a calmarti.  

Ti prendevi cura di te stessa, dipingevi, ti schiarivi le idee. 

Una farfalla sputa sangue. 

Avvolta in una pellicola, si lascia trasportare dall’incessante vento di questo mondo, interamente deteriorato da plastica e rifiuti.

Sbatto gli occhi. Sogno o son sveglio? Il cuore non perdona, ma respiravi ancora.

Ti affacciavi alla finestra, fissavi quel magico paesaggio: la notte si fondeva con il giorno.

Ma il giorno, non sembrava più arrivare. Era in corso un’apocalisse, fuori e nei tuoi pensieri. Nessuno sembrava ascoltare quei messaggi che il mondo dava: grida di dolore in contrasto con una testarda ipocrisia, tipica della nostra società. Guardavi sorgere il sole, dopodiché ancora il vuoto.  Ti sentivi strana e avevi paura. Di cosa? Della vita, di essere soffocata dai tuoi stessi pensieri, delle persone tossiche che ti stanno intorno, delle mura che pian piano si fanno strette.

E tu puoi solo lasciarti cullare dal vento, fresco, che profuma di fiore appena colto. 

Puoi solo lasciarti trasportare da quelle immagini, che ancora pervadono la tua mente.

Ricordi la felicità sui volti di una sera di Luglio in cui hai riso e ti sei sentita libera.

Poi ti guardavi allo specchio. Vedevi il riflesso di un’anima senza volto. 

Per il mondo non siamo nessuno. Siamo solo un puntino in mezzo a tanti, per qualcuno invece, potremmo essere davvero importanti. A volte è tutto ingigantito, un’enorme bugia. A volte al contrario basta solo guardare la propria vita per accorgersi che è solo una tremenda verità.

Il mondo è in continuo cambiamento, ti lascia disorientata. 

Resisti alle tue manie di controllo. Ormai la situazione è sfuggita di mano.

Non si può tornare indietro. Prendi in pieno lo spigolo della realtà. 

Balla, balla scalza intorno al fuoco, slega i capelli e fatti ascoltare. La solitudine non ha prospettiva. Nel mondo delle ombre, tu sei il pazzo: il tuo cuore illumina la via, sciogli le catene e comprendile a pieno. Siamo noi i prigionieri di questo mondo. 

Lentamente il giorno tornava, puntuale come sempre fino a quel momento. Ti rendevi conto che avevi sbagliato a ridurti così.

Dovevi essere felice. Di te, di ogni tuo minimo particolare, del tuo passato, delle persone che ti hanno abbandonato e di quelle che avevi trovato. Allora guardavi il sole, prendevi forza da quel che di più luminoso ci possa essere.

Si erano fatte le 7:00. E non aspettavi altro che renderti felice. Allora ti vestivi, ti truccavi. Fissavi ancora un po’ quella farfalla bianca. Così bianca, così pura da sembrare irreale.

Era irreale, ti accorgi che era solo nei tuoi pensieri. Ti rendevi presentabile e uscivi fuori, a far tremare il mondo.

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