Orchestra riciclata

Articolo di Edona Xhaferri, del III anno del liceo G. Alessi di Perugia

Che influenza hanno i rifiuti sulla società di oggi? Beh, minima, o persino nulla. C’è chi, però, partendo da realtà di vita povere, riesce paradossalmente ad utilizzare la spazzatura come tramite per realizzare i propri sogni. Questo è il caso dell’Orquesta de Reciclados de Cateura; un’orchestra creata e diretta dal maestro Favio Chavèz, composta da 28 talenti dall’età compresa tra i 10 e i 30 anni. Questi giovani sono riusciti a trasformare dei semplici rifiuti in strumenti musicali di vario genere: ad esempio, con un tubo dello scarico dell’acqua, un manico di cucchiaio e tappi di birra hanno costruito un bellissimo sax o un violino fatto con una teglia per la pizza, una latta di vernice e una semplice forchetta. E così trombe, chitarre, flauti tutti fatti di rifiuti riciclati, presi nella discarica di Asuncion, in Paraguay, da dove proviene l’intera orchestra. Esso è uno dei paesi più poveri dell’America latina dove migliaia di bambini vengono strappati alla scuola e costretti al lavoro nei campi o nelle industrie. La scuola di musica dell’Orquesta de Reciclados, sostenuta dall’Unicef, cerca di incoraggiare i giovani con i loro sogni e speranze e, soprattutto, gira il mondo per finanziare le borse di studio dei ragazzi che sperano in un futuro al riparo da stenti ed immondizia. Una delle tappe di questi viaggi è stata anche l’Italia: durante la 67/a edizione del Festival di Sanremo, infatti, l’orchestra si è esibita con diversi brani del suo repertorio che va dalla musica classica a quella paraguaiana e latino-americana. Oltre ad aver intrattenuto il pubblico di Sanremo, i ragazzi hanno lanciato anche un messaggio fondamentale a tutti i bambini in difficoltà nel mondo: “Non esiste un finale già scritto per un ragazzino che vive in difficoltà. La musica è vita e può tracciare una via di salvezza.”

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