L’immensa scacchiera nell’antico “Mare Pacis” (6409)

di Katira

“Intrigo Internazionale” (ed. Chiarelettere 2011) di Giovanna Fasanella e Rosario Priore è un documento di geopolitica. A volte sembra di leggere un romanzo. Invece si tratta delle “verità che non si sono mai potute dire”. Sono grata di aver avuto l’onore di leggerlo.

Il giudice Priore e il giornalista Fasanella per spiegare la diversa collocazione temporale o terrestre dei fatti e per fendere la cortina di ferro che a quanto pare ancora esiste nonostante la fine della guerra fredda, hanno insistito su alcuni punti più di una volta. Questa mistione di indagini, istruttorie, rogatorie impossibili grazie alla non collaborazione di Enti stranieri, queste ricerche, analisi e osservazioni dimostrano come sia importante la lettura dei fatti attraverso diversi punti di vista.

Con le sue osservazioni il giornalista Fasanella appare intento a non perdonare allo Stato nessuna forza, nessuna debolezza. Il giudice Priore, invece, ha voluto condividere segreti gravosi, Ragioni di Stato che hanno influenzato e influenzano il progresso della nazione, pur senza dimenticare il suo giuramento, il suo codice deontologico. Mi chiedo se è arrivato, se arriverà mai il momento in cui saranno le verità a diventare Ragion di Stato.

Questo è un libro molto attuale che spiega come gli eventi storici non possano essere analizzati in maniera isolata, “lesson learned” per le Scuole. Già il titolo indica, infatti, che diversi avvenimenti rappresentano un grosso Intrigo, una fitta ragnatela.

L’intervista fornisce una chiave di lettura per molte realtà contemporanee irrisolte – la guerra in Libia, il Caso Battisti, la Strage di Bologna, la strage di Piazza Fontana e il disastro aereo di Ustica. E nelle pagine si legge la cronistoria di una serie di situazioni raccolte in una scacchiera che fluttua nell’antico Mare di pace dell’Impero Romano – attuale Mediterraneo, futura Eurabia.

Da tale cronistoria si evince che i servizi segreti «dell’Estero» «soffiavano sul fuoco della violenza in Italia» e volevano «spostare l’asse della sua politica estera». «Quanti  giocatori, scenari e partite diverse».  «Berlinguer era un pericolo per l’equilibrio stabilito a Yalta e ovviamente Yalta non  prevedeva che una nazione passasse da un blocco ad un altro». Moro, che per anni ci è apparso un uomo fragile aggomitolato in una bauliera di una macchina utilitaria, «aveva una tale veemenza da generare reazioni molto forti e alterare gli equilibri mondiali».

La politica di espansione di Moro e Mattei prevedeva una politica petrolifera paritaria nei confronti dei produttori e riduceva il predominio Inglese sul Mediterraneo. Questa era la priorità degli Stati Uniti che ambivano a diminuire l’egemonia delle due potenze Europee favorendo l’Unione d’Italia, il mantenimento dei suoi confini e il potere nel Mare Pacis.  Tali progressi italiani hanno avuto sempre una risposta indiretta dal Governo Britannico. Nel libro si evince l’esistenza di un fil rouge tra il mancato colpo di stato in Libia  e i morti di Piazza Fontana il cui mandante sembra essere stato un Inglese.

La Francia e la Germania non hanno avuto un ruolo inferiore nel Terrorismo Internazionale. Il giudice Priore afferma che in Francia la facciata della Scuola di Lingue Hyperion racchiudesse diverse organizzazioni all’interno della quale si è venuto a formare un nucleo superiore – il Superclan. Le Brigate Rosse avevano contatti con Hyperion e i Napap francesi e ricevevano direttive dalla RAF Tedesca che era in grado di avere un ruolo dominante in Europa e in Medio Oriente. Le modalità del sequestro di Moro sembrano, difatto, similari a quelle del rapimento avvenuto in Germania del Presidente della Confederazione degli Industriali.

Per ricostruire quale era all’epoca la rete dei rapporti internazionali del terrorismo si seguirono i flussi dei rifornimenti di armi, analizzando anche i finanziamenti e i rapporti economici.

Molti attentati sono stati messaggi dati da un governo all’altro. Ustica è stato un chiaro esempio di tali messaggi e rappresenta un’ipotetica «aggressione di avvicinamento», un contrasto con la Francia per salvare Gheddafi da un ulteriore attentato. Ipotetica perché purtroppo tutte le registrazioni radar sono state cancellate e tutte le pedine della scacchiera sono state mangiate. Un recente documento della NATO inviato alla Presidenza del Consiglio e citato nella trasmissione «Agorà» in data 17/6/2011 attesta che ci fossero nei cieli italiani 21 aerei militari di nazionalità in parte sconosciuta, in parte britannica, americana. Era forse presente anche una portaerei.

E’ impressionante come l’orologio del tempo si sia fermato. Col passare degli anni le nostre orecchie si sono fortificate contro gli eventi storici (dice la Guardia del Re nell’Amleto di W.Shakespeare) e “we, now, tremble and look pale”  in attesa degli sviluppi degli eventi.

Katira

(redazione Umbria)


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