Ambientalisti da 2 centesimi

di Edoardo Cucina, della redazione de La Siringa del liceo Alessi di Perugia

schermata-2018-03-19-alle-14-42-21Oggi intervistiamo Daniela Riganelli, dottoressa in chimica e consulente di Novamont per i rapporti istituzionali e con le scuole. La dottoressa Riganelli opera presso il sito produttivo ternano dell’azienda, con sede principale a Novara.

Novamont S.p.A. è una azienda chimica italiana molto attiva nel settore delle bioplastiche fin dal 1990. Nello stabilimento di Terni l’azienda produce materiale termoplastico biodegradabile, Mater-bi, a partire dall’amido di mais. Il Mater-bi viene utilizzato per esempio nella produzione di imballaggio e di bioplastica in sostituzione dei tradizionali sacchetti in polietilene.

Come Novamont definisce il bilancio sostenibilità?

Novamont nasce come azienda “Native green” e ogni anno fa un bilancio sulla sostenibilità dei propri prodotti. In esso compare tutta l’analisi del ciclo di vita e della produzione dei propri prodotti mettendone in evidenza l’impatto ambientale. Il bilancio non si limita ad analizzare i singoli prodotti ma anche le aziende che li producono. Quest’anno il bilancio ha un’integrazione dedicata al confronto con i parametri europei ed è consultabile on-line da chiunque ne potrebbe essere interessato.

Cosa ne pensa della legge che ha fatto così scalpore sul costo dei sacchetti di plastica biodegradabili nel supermercato?

Questa legge è il prolungamento della precedente “legge shopper” del 2012 che vietava ai supermercati la vendita di sacchetti monouso di plastica non biodegradabili, a favore delle buste riutilizzabili. La norma fu inglobata a livello europeo e l’Europa, successivamente, obbligò gli stati ad un’ulteriore riduzione del consumo di materie plastiche. I risultati sulla riduzione dell’utilizzo di buste furono immediati: 50% in meno in poco tempo.

Nel 2017 la legge viene allargata anche ai sacchetti frutta e verdura, usati talvolta sia per frutta e verdura che per altri prodotti, annullando di fatto i vantaggi della “legge shopper”. La legge entra in vigore nel 2018 ed obbliga i supermercati all’utilizzo esclusivo di sacchetti frutta e verdura biodegradabili e a renderne evidente il costo. Precedentemente il costo della busta era inglobato al costo del prodotto acquistato, spingendo il consumatore ad un uso poco consapevole. Ora, invece, i 2 centesimi vengono resi visibili, scorporandone la tara; il consumatore spinto a versare denaro, farà un uso più oculato del sacchetto.

Cosa ne pensa di tutte le critiche negative che la legge ha scaturito?

Le critiche provenivano da “ambientalisti da due centesimi”. Alcuni hanno pensato che il pagamento fosse stato imposto dal governo ed hanno strumentalizzato politicamente la notizia; altri hanno pensato che la busta biodegradabile annullasse l’utilizzo di buste portate da casa solo per acquistarne delle altre, in verità la busta che contiene frutta e verdura è un imballo primario e deve sottostare a norme igienico sanitarie ben chiare.

Ed ora, buon utilizzo consapevole! 

cod. 1520013926970

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