Un mercoledì da Giornalisti nell’Erba. “La più grande e più giovane redazione ambiente” al Festival di Perugia

Giornalisti piccoli, ma molto preparati.  Non c’erano dubbi.

Colti di sorpresa dall’assenza di Leo Hickman, prigioniero della nube di ceneri del vulcano islandese, i Giornalisti nell’Erba non si sono persi d’animo. Neanche dopo due traslochi – dall’Hotel Brufani al Teatro Pavone e di nuovo all’Hotel, lasciando il grande teatro alla direttora dell’Unità Concita De Gregorio per un incontro su media al femminile –  che hanno prolungato di una mezz’ora e di qualche goccia di sudore il loro lungo viaggio. Erano infatti arrivati in 70, da Roma e da Gallicano nel Lazio, Tivoli, Frosinone, Carpineto, Frascati, Monte Porzio Catone, Colonna, e poi da Guastalla in Emilia, Chiusi in Toscana e qualcuno anche da altrove, coi genitori. Una piccola delegazione, in rappresentanza dei 2528 della “più  grande e più giovane redazione ambiente del mondo”.

Bravissimi a reinventarsi domande da rivolgere a Giuseppe Smorto, condirettore di Repubblica.it, e a Federico Pace, responsabile editoriale di Repubblica@Scuola, che hanno preso le redini dell’incontro e la place del giornalista/ambientalista inglese. Domande sull’ambiente e su come raccontarlo, ma anche sulla deontologia professionale,  “come si fa a fare il giornalista”, “quali sono le cose più belle di questo lavoro” e “quali sono le qualità più importanti per farlo”.

Sotto le telecamere attente dell’Istituto Graziano da Chiusi – i vincitori lo scorso di un premio nella sezione video e ora afecionados del concorso  – i Giornalisti nell’Erba partono all’attacco. “Lei crede che quello che facciamo ci sarà utile in futuro?” “Un attimo, prima presentati”, insegna Smorto. “Gaetano di Gallicano nel Lazio in provincia di Roma” impara la lezione: di domande ne ha tante, e prima di ciascuna declina ogni volta declina le sue generalità. “Eh, però ormai le ho imparate”, ride Smorto. “Quali sono le qualità più importanti per un giornalista?” chiede qualcuno. “Curiosità, cioè aver voglia di imparare. Leggere molto, giornali e non solo. Parlare le lingue, ormai siete cittadini europei. E poi la motivazione: aver voglia di fare questo mestiere”. “Cosa propone per un futuro ecologico?” “Tanti piccoli comportamenti individuali, per esempio comprare la verdura di stagione. E poi comportamenti collettivi, come chiedere tutti insieme un impegno per l’ambiente”. “Cosa possiamo fare per non inquinare l’acqua?”, chiede Denis di Roma. “La vostra maestra ve lo sa spiegare sicuramente meglio di me”. Gemma: “Lei vivrebbe un anno come Leo Hickman?” “Io onestamente posso fare quello che faccio. Lo invidio molto, questo sì, ha fatto una cosa importante. Poi ognuno segue strade diverse”.

Non mancano le patate bollenti. “Ma i giornalisti esperti si bloccano ancora davanti alla pagina bianca?” “Anzitutto non parliamo più di pagina bianca, oggi si scrive tutto al pc. Comunque sì. Buon segno: vuol dire che non si è troppo presuntuosi e che si pensa di poter ancora sbagliare qualche volta”. Ma non è bianca anche la pagina di word? “Il suo giornale dice sempre la verità?” “Direi di sì. Qualcuno ha affermato il contrario ma ci siamo difesi quando pensavamo di avere ragione. Altre volte abbiamo sbagliato noi ma abbiamo chiesto scusa”. Bianca, 12 anni: “E’ vero che la stampa ha il bavaglio?” Incalza Caterina: “Berlusconi diventerà un censore?” “Ci sono leggi che non ci aiutano ma siamo in un paese dove più o meno possiamo scrivere quello che vogliamo. In fondo in Francia Sarkozy licenzia i giornalisti che parlano male di lui”.

Dopo aver fatto tante domande, i Giornalisti nell’Erba avevano l’aria di volerne ricevere qualcuna anche loro, anche per verificare di quanta curiosità è fatto davvero questo mestiere. In fondo erano proprio loro gli ospiti dell’incontro menzionati persino sul programma. Invece no, “è ora di lasciare la sala”. Peccato, sicuramente sarebbero stati molto preparati anche a raccontare il “loro” giornalismo ambientale. “E’ stata comunque una bella esperienza, anche se ci hanno trattati un po’ troppo da bambini” dice Luisa, 12 anni (che invece dà a Virman Cusenza, direttore del Mattino, incontrato in mattinata al Festival, il riconoscimento di “unico giornalista che ci ha considerato giornalisti”). Jules, 14 anni, aveva tante domande per Smorto, “ma dopo quello che ha detto su Sarkozy se avesse saputo che mi chiamo Jules…”.

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