Quanto e come siamo green? (12125)

WORKSHOP – Si fa presto a dire green

di Marco Harmina, 22 anni, Roma

Per rispondere a tale domanda sarebbe ottimale per il lettore spiegare cosa si intenda per green. Questo è il modo in cui ultimamente viene indicato tutto ciò che ha a che fare con il rispetto per l’ambiente. Questo cambiamento di etichetta, in realtà non riguarda solamente la terminologia della titolazione, ma più un’espansione del settore stesso, volto ad abbracciare più argomenti riconducibili tutti alla stessa “matrice”: la greenicità. Il termine “green” ha debuttato anche nel dizionario statistico, sorgendo in una piccola infografica all’interno della pubblicazione annuale “Italia in cifre”, elaborata dall’Istat. Tale operazione ha fatto sì che si concedesse il giusto valore, la stessa importanza che si addice a qualsiasi svolta o cambiamento. Molte sono infatti le innovazioni nell’ambito della coscienza ambientale, novità che hanno portato a rilevare dati e indicatori su energia verde, aree protette e consumo di suolo: hanno dato il via ad un nuovo movimento, quasi uno stile di vita.

Quanto e come siamo green? Quanto la nostra greenicità corrisponde alle scelte delle istituzioni, nostre rappresentanti? Siamo un Paese in crescita, seppur in proporzioni minime in alcuni settori. Uno degli obiettivi massimi sarebbe infondere radicalmente i valori verdi nella cultura popolare e civile, facendoli diventare quasi come dei principi basilari della coscienza nostrana: il percorso è lungo, certo, ma non impossibile. I dati Istat sul 2012 dimostrano che l’Italia è diventata molto più attenta all’ambiente, aumentando la produzione da fonti rinnovabili, arrivando nel 2012 al 26,9% sul totale dell’energia consumata, equivalente al doppio registrato nel 2002. È bene portare all’attenzione del lettore anche la continua diminuzione registrata del consumo idrico giornaliero procapite, pari a 175 litri, una netta riduzione d’uso degli ultimi 10 anni, frutto del sempre più riguardo che si dedica a questo settore per educare il cittadino a non sprecare, ma figlio anche degli alti costi economici che l’acqua comporta. Le auto in città sono diminuite e le città ciclabili sono aumentate: tutti dati che fanno presupporre ottimismo. È un peccato però affiancare i dati positivi a quelli negativi. In pochi ad esempio sono a conoscenza del fatto che l’Italia rappresenta il valore più alto tra i primi 15 paesi dell’Unione europea di consumo del suolo: il 7,8% del territorio presenta una copertura artificiale; la media europea è pari a 4,6%. Oppure pensiamo ai datiriguardanti la raccolta differenziata dei rifiuti, ancora etichettata come “stranezza” nelle famiglie italiche. In questo campo è molto attivo il nord che raggiunge il 51,1% dei cittadini attivi in tale ambito; situazione opposta la si trova nella zona del Mezzogiorno dove solamente il 21,9% differenzia la propria spazzatura; al centro il dato corrisponde al 30,2%.

Sì, siamo green, in un modo degno del “tricolore”, ma lo siamo. La nostra greenicità è in completa espansione ed il verde della nostra bandiera sarà presto quello delle nostre città.

 

cod. conc. 0505142613


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