Districarsi tra green e greenwashing (11931)

WORKSHOP – Si fa presto a dire green

Alessia Maria Lanari, II C medie  Istituto Comprensivo via D’Azeglio, Frascati

Fanno presto a dire “green”. Ma cosa si intende veramente con questo termine? Eh sì, perché alcune industrie usano questa parola (che in italiano vuol dire “verde”) solo per “farsi belle” agli occhi degli altri, anche quando di “green” non hanno proprio niente. All’Università di Roma Tor Vergata, per il primo workshop di Giornalisti Nell’Erba del ciclo Si Fa Presto a Dire Green, abbiamo capito che un’industria non è “green” per come si presenta agli occhi del consumatore, ma per il rispetto che ha realmente verso l’ambiente e che potrebbe influenzare anche il nostro modo di pensare e di ragionare.  Spesso anche la pubblicità ci trasmette un messaggio “green”; ma dobbiamo stare attenti a non confondere il “green” dal “greenwashing”, cioè il “falso green”.

Pubblicità GREEN

Ne abbiamo parlato con il linguista Diego Scipioni che durante il workshop ha fatto qualche esempio. Alcune industrie e aziende come Microsoft, Pirelli e Google, sui loro siti Internet,fanno vedere ai loro utenti e clienti quali sono le loro azioni per dare una mano alla natura. Non sono le sole. Sono infatti sempre di più le aziende che mostrano aspetti di “greenicità”. Alcuni, come Microsoft e Pirelli, lo fanno dando consigli ai clienti su come utilizzare i computer e gli pneumatici risparmiando energia, mentre Google, invece, mostra ciò che starebbe facendo per proprio conto per risparmiare energia: un esempio è la navetta che mettono a disposizione dei dipendenti in modo che evitino di prendere la macchina, un altro esempio è il fatto che fa sapere di aver investito 915 milioni di dollari in energia rinnovabile.

Pubblicità GREENWASHING

Questo tipo di pubblicità invece allude al GREEN e ne dà solo un’idea, senza esempi concreti. Hanno fatto così due aziende, Coca Cola e Mulino Bianco, facendo “uso strumentale ed allusivo del colore verde e della famiglia lessicale di natura, naturale ecc ed uso strumentale ed eufonico del termine life”, come dice il linguista Scipioni): alludono al GREEN, dunque, offrendocene colore e parole, ma senza darci dati e indicazioni precise sui loro percorsi sostenibili, che magari anche fanno ma non usano per pubblicizzarsi. La Coca-Cola Life gioca sul verde della lattina e sulle parole vita e natura; il Mulino Bianco invece allude alla sua presunta #greenicità tramite le sue confezioni verdi e con facili slogan. Come ci ha spiegato Scipini, citando altre fonti, “il sistema di comunicazione di Mulino Bianco viene costruito partendo dai bisogni latenti degli italiani negli anni Settanta, che manifestavano un crescente interesse per il ritorno al verde, alla campagna, ingredienti naturali e genuini, la forma familiare di un biscotto come quello della nonna”.

cod. conc. 1604110745


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