Superelena e il vulcano(5851)

mercoledì, marzo 16th, 2011 (5851)

Fumetto di Elena Bagnoli, 13 anni, di Borgo San Lorenzo (Firenze)

Cliccare qui per vedere il fumetto in PDF: superelena



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I pianeti appassiscono(5831)

lunedì, marzo 14th, 2011 (5831)

Foto artistica con didascalia di Bianca Attiani, 12 anni, di Monte Porzio Catone (Roma), già vincitrice di GNE3

Il pianeta vivente sta appassendo! E’ la pima cosa che mi viene in mente quando guardo questa foto, i tre fiori sono pianeti e la luce che proviene da dietro è il loro sole. Questa foto è un allarme perché la terra che ora si è trasformata in un mostro,  farà appassire anche gli altri pianeti come questi tre fiori, pianeti di vita, pianeti viventi. E cosa ci rimarrà dopo?

Bianca Attiani

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Idea1(5559)

lunedì, marzo 14th, 2011 (5559)

Opera d’arte contemporanea dei giovani artisti Gabriele Mariotti e Ayoub Zbairi di 14 anni, di Fabriano (Ancona) realizzata nel corso di un progetto del Centro di Aggregazione Giovanile. L’opera, presentata al concorso con un’immagine e un video, è accompagnata da un testo che riportiamo qui sotto.

Il nostro pianeta è materia, piena di energia che vive nello spazio. Il tema dei pericoli del pianeta vivente ci ha fatto pensare non ad una Terra cattiva ma piena di energia che si sprigiona in terremoti, alluvioni, eruzioni e che esprime la sua vitalità. Come lo è per noi adolescenti. Questi pensieri ci hanno condotto all’opera di un importante artista fabrianese che ha fatto dell’energia, della materia e dello spazio la sua poetica: Edgardo Mannucci. La storia e le opere di Mannucci sono state ripercorse attraverso un documentario della RAI del 1983 e una visita al museo, recentemente costituito, a Fabriano; poi, abbiamo provato a rivivere le stesse emozioni usando carta, colla a caldo, rame e carte colorate. Cosi’ è nata un umile opera che racconta l’energia che il pianeta vivente sprigiona , il pianeta che vive nello spazio insieme ad altre stelle e ad altri pianeti. Il titolo che abbiamo dato a questa opera è “Idea n.1”, come le opere di Mannucci. Non potevamo darle un nome diverso perche’ quello che abbiamo creato è solo l’inizio di un percorso. Insieme a Mannucci ci siamo messi in cammino all’esplorazione delle emozioni dell’uomo contemporaneo.


Gabriele e Ayoub


 

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Un racconto sulla Terra ancora senza titolo(5296)

martedì, marzo 1st, 2011 (5296)

Racconto di Francesco Toscani, 14 anni, del IV ginnazio A. Volta di Como, già vincitore di Giornalisti Nell’Erba 5 con il racconto “Il testamento del Lago di Como”.


Ho passato le ultime tre settimane a chiedermi cosa scrivere per la nuova edizione dei Giornalisti nell’Erba.

Anche perché bisognava parlare della Terra; e questa è una di quelle tracce che mi mettono in difficoltà. Sono stato seriamente tentato di scrivere l’Autobiografia della Terra, o qualcosa di simile. Perché non l’ho fatto?

Per due ottimi motivi:

  • perché sarei stato ripetitivo (l’anno scorso ho partecipato a questo stesso Concorso, con uno scritto intitolato Il testamento del Lago di Como)
  • e perché non mi andava.

Alla fine ho deciso di mettermi a scrivere, e basta. Scrivere senza uno scopo predefinito, senza un obiettivo. E limitarmi a parlare della Terra come la conosco io.

Ho incontrato la Terra la prima volta quando avevo tre anni. È stato un piacere.

Io – Francesco Toscani – ero in vacanza a Fiera di Primiero, un paesino del Trentino.

Io ero in giro fra le montagne coi miei genitori (ora che ci penso, forse erano loro a essere in giro con me … questione di punti di vista).

Eravamo arrivati a un prato e, mentre i miei genitori mangiavano, io mi facevo un giro. Era una bella mattina di ottobre, l’aria profumava di pino, il cielo era limpido, brillante – come se qualcuno l’avesse pulito –, il Sole era splendente (so che il Sole è sempre splendente … ma a volte è più splendente, capite?) … insomma, era una bella giornata. Io stavo camminando, quando sono caduto.

Stranamente non mi sono fatto male. Per nulla. Forse perché sono caduto sull’erba. Ricordo di avere guardato in basso, e di avere visto – per la prima volta – la Terra.

«Ciao», mi ha detto la Terra.

«Ciao», ho detto io. «Come ti chiami?». Non chi sei. Come ti chiami.

«Mi chiamo … » (e qui ha esitato) «Gaia».

«Gaia», ripetei. «Chi sei?».

E lei me lo disse. (altro…)



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