Spazzatura high tech

di Raffaele Bianco, 16 anni, redattore della Siringa del liceo Alessi di Perugia, coordinamento Annalisa Persichetti

immagine-nanotecnologieÈ Rubbish toshi-ka ovvero “urbanizzazione spazzatura” il nome dato al nuovo prototipo di città quasi totalmente autosufficiente. Essa è frutto di un esperimento pilota iniziato nel settembre del 2016 che ha coinvolto i più noti esperti internazionali di economia, tecnologia e chimica . Il governo Giapponese aveva infatti dato il via libera circa tre anni fa allo sviluppo di questo progetto di centro abitato fortemente tecnologico potenzialmente in grado di cambiare il rapporto tra la razza umana e il pianeta Terra. Rubbish toshi-ka è infatti dotata di un impianto di riciclaggio dei rifiuti rivoluzionario che facilita ai cittadini il dovere di salvaguardare l’ambiente.

I rifiuti vengono convogliati da un sistema di tubature direttamente da ogni abitazione alla centrale di riciclaggio nella quale vengono smistati in base alla loro composizione molecolare. Plastica, vetro, carta e altri rifiuti inorganici vanno incontro alla normale procedura a cui vengono sottoposti in qualsiasi altra centrale di riciclaggio, la novità sta invece nel recupero dei rifiuti organici grazie alla nanotecnologia.

Negli ultimi anni le nanotecnologie si sono sempre più affermate trovando i più svariati utilizzi in moltissimi settori, dalla medicina all’industria pesante ma grazie a questo progetto la loro funzione  in ambito ambientale si rivela addirittura rivoluzionaria.

immagine-rifiuti-organiciTutto il materiale organico che si trova nel nostro pianeta è fondamentalmente composto da tre atomi ovvero carbonio, ossigeno e idrogeno. Partendo da tale realtà di base gli scienziati sono riusciti a separare questi elementi utilizzando i più avanzati studi di robotica molecolare capaci di combinare nanotecnologie e intelligenza artificiale. Da quelli che erano rifiuti solidi organici e liquami, sono riusciti quindi a riciclare materia a livello atomico per poi successivamente ricombinarla in strutture originarie complesse fino a produrre un combustibile di nuova generazione in grado di sostituire i derivati del petrolio sia per il riscaldamento che per la produzione di energia elettrica della città stessa. In tal modo dei rifiuti inutilizzabili diventati unicamente un peso per l’ecosistema terrestre si rivelano invece una risorsa preziosa in grado di aiutare il nostro pianeta a vivere ottimizzando la sua meravigliosa materia.

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