Bijoux per la terra(11747)

giovedì, aprile 3rd, 2014 (11747)

Video di presentazione delle creazioni artigianali con materiale di riciclo delle classi I A, II A moda e I B Soc. San. dell’IPSS Morea De Lilla di Conversano (Bari)

cod. conc. 0603163939


Heliouge(11694)

lunedì, marzo 17th, 2014 (11694)

Aureliana La Pusata, 16 anni, Barrafranca (Enna)

Il cantore si esibiva di fronte a mille occhi inespressivi di androidi senz’anima:

“Cantami, Musa, del mondo i colori
quando la stella splendeva di giallo,
canta del tempo in cui c’erano i fiori
per questo mondo di ferro e cristallo…”

Qualcuno tra il pubblico sorrise mostrando un ghigno di metallo e il cantore, in cuor suo, si rallegrò di non essere uno di loro. Si rallegrò di non essere tanto forte come quelle macchine che governavano il mondo, si rallegrò di non avere la prontezza di un calcolatore nell’elaborare dati. Si rallegrò, semplicemente, del suo essere uomo e un lampo d’orgoglio balenò nei suoi occhi vivi. Le parole uscivano dalle sue labbra con dolcezza e passione per una realtà avvolta dalla leggenda:

“… Canta, Memoria, la terra del Sole,
rammendaci il verde manto del mondo,
azzurro era il cielo, grigie le gole,
il mare blu, tempestoso e profondo.

Terra ch’è rossa, ch’è nera, ch’è d’oro
per la fucina di Efesto infuocata,
terra che porta nel cuore un tesoro
la cui esistenza da tempo è celata…”

Gli androidi tacevano, forse ascoltavano; il cantore li osservava smarrito, era finito lì per caso, o forse per merito, era stato un professore, e come tutti gli umani subordinato da tempo alle macchine.
Gran conoscitore di mitologia, il suo compito era ormai diventato quello di allietare le serate di quelle macchine così simili a lui:

“…non perle, rubini, smeraldi o diamanti,
ma molti preziosi ancor più importanti.”

(altro…)


Un uomo di versi e un uomo d’affari(11629)

domenica, marzo 16th, 2014 (11629)

Racconto di Francesco Toscani, 17 anni, di Como.

L’aria intorno a me è piena di fremiti e di sussurri, come se la natura stesse cantando di nascosto, solo per me. La voce del vento mi mormora all’orecchio centinaia di esili melodie, e ciascuna melodia porta con sé un mistero, una promessa. Ma per me non ci sono più misteri, non ci sono più promesse. Io morirò.

I rumori, le melodie vengono dalle gole e dalle ali di uccelli, cicale, grilli, da un torrente che scorre lontano, dagli alberi che fremono accarezzati dal vento, dal passo pesante dei mammiferi che camminano tra i cespugli. Io non vedo né i mammiferi, né il torrente, né il vento (e come potrei), né gli uccelli. Sento solo le loro voci, le sento intorno a me. Stanno cantando per me, penso. No, non è vero. Tutto è indifferente. La natura continuerà a cantare finché ci sarà. A nessun sasso importa della mia fine, a nessuna farfalla, a nessuna stella. Tutto è indifferente e presto lo sarò anch’io, perché morirò.

Anche la morte è indifferente. Arriverà che io lo voglia o meno e farà di me il niente. O magari no, ci sarà una luce e un volto benevolo mi dirà ‘Benvenuto’ e campi aperti, campi in fiore mi si apriranno. Ah, ma chi ci crede? No, morirò, non sarò più niente.

Questo è doloroso. (altro…)


… e da allora imparò a guardare le stelle(9505)

martedì, marzo 26th, 2013 (9505)

Racconto di Francesco Toscani, 16 anni, di Como.

Il vuoto, finalmente. Niente grida, niente caos, niente musica. Solo un silenzio sovrumano che si staglia attorno a lui; un silenzio cosmico più assordante di un martello pneumatico, che grava sopra la Città come una montagna volante, che sovrasta l’uomo col suo enorme peso e lo trita con la sua titanica forza di gravità. Niente luci a parte quella soffusa e pigra del Sole che lascivo sprofonda nel mare lontano all’orizzonte; niente luci che non siano naturali, nessuna sostanza chimica va a fuoco irradiando fotoni dal suo cadavere, nessuna lampadina, insomma, nessuna luce intermittente o statica, nessuna immagine in movimento. Buio, o quantomeno penombra, e silenzio; la pace. Non c’è nessuno a parte lui, che fissa lo sterminato paesaggio urbano e si meraviglia di quanto si senta bene. Silenzio, penombra, pace…
Il vuoto, finalmente: ma l’uomo sa bene, benissimo, quanto poco durerà. Sa che a breve dovrà scendere e rituffarsi a corpo morto nel marasma di ritmi incalzanti, frasi brillanti, risate di scherno, dibattiti televisivi, discoteche, sballo, musica elettronica, suonar di clacson, fumo, luci al neon, corse in giro per la città, obbiettivi a breve termine, appalti, telefonate, fish and chips, supermercati, poste, autobus, campagna elettorale, Testimoni di Geova che suonano al campanello, Google News, imprecazioni, tunnel, fischi, derby, semifinali, finali, litigi, vestiti, riviste, reality, posta (tantissima posta), happy hours, superalcolici e telegiornali -nel marasma insomma che è la vita. Quand’è che è diventata così frenetica, la vita, questo l’uomo non lo sa. (altro…)


L’economia del contadino, in Calabria(9376)

domenica, marzo 24th, 2013 (9376)

Video realizzato dalla redazione della classe 3 A del Liceo Scientifico N. Pizi di Palmi (RC), referente prof.ssa Maria Anile

codice 063074444


Cose che non sapevi(7419)

mercoledì, marzo 21st, 2012 (7419)

Fantafiction di Giorgia Darmanin, 20 anni, di Milano (copyright ambientazione: J. K. Rowling)

Magda Jenkins sedeva sulla panchina in pietra, messa in disparte in un angolo riparato del chiostro, lontana da sguardi indiscreti e dalle voci fastidiosamente acute delle ragazze Tassorosso. Era una bella giornata di primavera, calda abbastanza per non indossare il cappotto, ma fresca a sufficienza da farti mettere comunque la sciarpa. Magda teneva saldamente nella mano destra la bacchetta magica, con la quale cercava di lanciare un incantesimo ad un formicaio, nel tentativo di dargli fuoco. Nei suoi occhi a fessura s’intravedeva un’espressione azzurrina e concentrata e le labbra, sottili e rosee, erano serrate e quasi invisibili.
«Forza, accidenti. Incendio!» sbraitava, agitando la sottile asta di legno e puntandola istericamente verso la tana brulicante di formiche, ma l’unico effetto che riusciva a sortire era un debole fumo nero, niente di più.
Proseguì con la disdicevole missione fino a che non le fece male il braccio, momento in cui decise di lasciar perdere e di dedicarsi ad un altro genere di hobby. (altro…)


Le favole di Ambienti@moci (1)(7405)

mercoledì, marzo 21st, 2012 (7405)

La redazione “creativa” di Ambienti@amoci, un meraviglioso progetto che ha tenuto lo scorso anno in rete molte scuole ed ha prodotto un bellissimo blog (in regia l’insegnante Cristina Galizia dell’Istituto Comprensivo San Vito di San Vito Romano), presenta a Giornalisti Nell’Erba anche favole sull’ambiente.

Ecofavole morali per un mondo migliore (classe I A)


Murgia Amic@(7294)

giovedì, marzo 15th, 2012 (7294)

Reportage creativo sulla Murgia di Chiara Caroli, Vincenzo Ciccarone, Maria Colamonico e Federica Spinelli, 18 anni, di Bari.



Warning: strlen() expects parameter 1 to be string, array given in /web/htdocs/www.giornalistinellerba.org/home/passato/wp-content/themes/khaki-traveler/archive.php on line 47