Boicottaggio: una soluzione efficace(12215)

domenica, aprile 6th, 2014 (12215)

WORKSHOP – Si fa presto a dire green

di Danaé Lizzi della scuola media San Nilo, Grottaferrata

 

Spesso molte associazioni ambientali o semplicemente gruppi di persone denunciano multinazionali « cattive » con azioni di boicottaggio. Tutti sappiamo cosa significa questa parola? Boicottaggio, nel linguaggio ambientale, significa ostacolare una multinazionale al fine di portare dei cambiamenti, o meglio dei miglioramenti per il pianeta.
Grazie ad alcune campagne di boicottaggio dei miglioramenti ci sono stati per davvero, come nel caso di Greenpeace dove degli attivisti, della campagna Kit Kat Killer, travestiti da oranghi hanno protestato presso degli stabilimenti in Inghilterra, Germania e Olanda contro la Nestlè a causa dell’uso eccessivo di olio di palma (piu’ di 320000 tonnellate l’anno), procuratosi dal «campione» della deforestazione (chiamato cosi proprio dagli acerrimi nemici di Greenpeace) Sinar Mas. A causa dello sfruttamento dell’olio di palma vengono distrutte intere foreste indonesiane, habitat naturali degli oranghi. (altro…)


Meno plastica grazie al refill(12208)

domenica, aprile 6th, 2014 (12208)

WORKSHOP – Si fa presto a dire green

di Daniele Englaro, I. C. Don Milani, Monte Porzio Catone

Le aziende si sono accorte da non molto che continuando come facevano, era difficile produrre e allo stesso tempo far del bene all’ambiente. In questo però aiuta il refill. Ma cos’è il refill? La parola letteralmente significa ricambio, ricaricare (es. penne stilografiche, accendini, eccetera).
Il refill è stato introdotto dalle aziende perché si sono rese conto che si producevano molti rifiuti quando venivano utilizzati i loro prodotti… danneggiando l’ambiente. Il refill consiste nel diminuire il packaging, cioè la scatola/busta in cui è confezionato il prodotto che viene comprato. Quindi il refill costa anche meno al consumatore perché paga meno imballaggio.
Una delle aziende che usa il refill è, ad esempio, la Unilever, che al workshop di Giornalisti Nell’Erba su “Può una multinazionale essere green” ha proposto le Eco Ricariche Svelto come esempio di come la loro azienda si impegna nell’aiutare i suoi consumatori a ridurre i rifiuti.  (altro…)

Le certificazioni green: il caso della Rainforest Alliance. Sono realmente efficaci o è giusto avere dei dubbi nei loro confronti?(12204)

domenica, aprile 6th, 2014 (12204)

WORKSHOP – Si fa presto a dire green

di Alessandro Antonelli, Michele Lo Cicero, Ludovica Pavoni, Alessio Torrisi, ClaudiaTrotta, III E scuola media San Nilo, Grottaferrata

Cos’è la Rainforest Alliance?

La Rainforest Alliance è un’associazione non governativa che attesta il rispetto di alcuni criteri sociali ed ambientali nella produzione dei prodotti agricoli di origine tropicale: cacao, caffè, tè, banane, ananas, noci, canna da zucchero, palma da olio, girasoli e soia. Questa associazione utilizza 94 criteri divisi in 10 categorie: (altro…)


La parola greenicità(12199)

domenica, aprile 6th, 2014 (12199)

WORKSHOP – Si fa presto a dire green

di Elena Di Giangiacomo II A scuola media I. C. Don Milani, Monte Porzio Catone

La parola greenicità.

Il neologismo è una parola nuova. Può essere presa da parole già conosciute e che già si usano oppure viene introdotta da una lingua diversa. I neologismi nascono per esprimere dei nuovi concetti e per nominare nuove cose. Per esempio la parola greenicità è un neologismo.

Informazioni sulla greenicità.

Come ci ha spiegato Diego Scipioni, linguista all’università di Roma Tor Vergata:

– Greenicità ovvero la caratteristica di tutto ciò che è green.

– Green:verde,ecologico e rispettoso dell’ambiente.

La parola greenicità è nata il 17 gennaio 2014, in occasione dei workshop di giornalismo ambientale che Giornalisti Nell’Erba ha fatto all’università di Tor Vergata.

Di solito non sappiamo chi è l’inventore delle parole, ma in questo caso sì: la parola greenicità è stata coniata da Paola Bolaffio e dai componenti di Giornalisti Nell’Erba. Loro hanno inventato questa parola per esprimere la qualità delle aziende. delle persone, delle cose, delle azioni green.

Commento articolo.

Per noi è una cosa giusta. Perché per esempio se noi mangiassimo alimenti green,mangeremmo cose sane e così si eviteremmo molte malattie che poi in alcuni casi portano anche alla morte.


Innovazioni sostenibili: possiamo fidarci? Il caso del tè Lipton e dell’ecoricarica Svelto(12195)

domenica, aprile 6th, 2014 (12195)

WORKSHOP – Si fa presto a dire green

di Patrizio Guerzoni, Lorenzo Gatta, Elisa SfameliII media scuola media San Nilo, Grottaferrata

Passeggiando fra gli scaffali del supermercato, possiamo trovare moltissimi prodotti della multinazionale Unilever: dal detersivo per piatti al tè, dai bastoncini di pesce al dentifricio. Quanti di questi però vengono fatti in maniera rispettosa dell’ambiente? Da dove vengono le materie prime con cui sono prodotti? Quanto si impegna questa multinazionale, dal fatturato importante e dunque dal grande impatto ambientale, perché ciò che propone ai consumatori sia il più sostenibile possibile?

Per rispondere a queste domande, esaminiamo più da vicino due prodotti, il tè Lipton e il detersivo per piatti Svelto.

Il tè Lipton si fregia della certificazione “Rainforest Alliance”, che – come si legge anche sul sito della Unilever – è “un’organizzazione indipendente il cui scopo è ridurre l’impatto ambientale e migliorare i vantaggi socioeconomici”. Questo sistema di certificazione si occupa di attestare che alcuni prodotti di origine tropicale, come tè, caffè, banane, ananas, olio di palma e zucchero di canna, vengano prodotti rispettando alcuni criteri sociali ed ambientali. (altro…)


Coccolino, l’orsetto ambientalista?(12186)

sabato, aprile 5th, 2014 (12186)

WORKSHOP – Si fa presto a dire green

di Anselmi Valentina e Wanda Soldati, III media, Frascati

“Unilever rivoluziona il mondo”. L’ introduzione di fonti energetiche a basso impatto ambientale e di nuove tecnologie per ottimizzare il ciclo di produzione, sono diventati la priorità di questa azienda, assicura il team leader della sostenibilità di Unilver Italia Ugo De Giovanni. Se i criteri di sostenibilità sempre più rigorosi fossero applicabili a tutti i 17 miliardi di prodotti Unilever acquistati ogni anno nel mondo, si tratterebbe davvero di una rivoluzione.

L’ obiettivo, infatti, è diminuire, entro il 2020, le emissioni di CO2 del 40% per tonnellata di prodotto. Un ulteriore traguardo che si vuole raggiungere è ridurre di 1/3 il totale del packaging, puntando verso la produzione di formule concentrate, recuperando così gli scarti e diminuendo del 65% l’ utilizzo dell’ acqua in fase di produzione. (altro…)


Comunicare la greenicità ai consumatori(12183)

sabato, aprile 5th, 2014 (12183)

WORKSHOP – Si fa presto a dire green

di Federica Battiato, scuola media I. C. Don Milani, Monte Porzio Catone

Ciao a tutti! Io sono Federica e oggi vorrei parlarvi di una grandissima novità che è il metodo usato dall’ Unilever per comunicare la greenicità ai consumatori. Il metodo che Unilever utilizza è l’Unilever Sustainable Living Plan. Questo metodo non è proprio un vero e proprio metodo ma è più che altro un modello che dimostra come la crescita economica può avvenire insieme alla crescita sociale creando benefici e diminuendo l’impatto ambientale. (altro…)


Gomma o rotaia, chi inquina di più? Unilever ha trovato la sua risposta(12180)

sabato, aprile 5th, 2014 (12180)

WORKSHOP – Si fa presto a dire green

di Matteo Isidori, 23 anni, Roma

Il trasporto dei prodotti è altamente inquinante. Essere “green” significa guardare all’intera produzione

L’inquinamento che produce un prodotto, nella cultura collettiva, è dato dal suo consumo e dal suo conseguente processo di smaltimento. Niente di più sbagliato. Il danno che un prodotto reca all’ambiente va ricercato in tutto il suo ciclo vitale, “dalla culla alla tomba”. La ricerca delle materie prime, la fase di produzione del prodotto, il trasporto e solo in fine l’utilizzo e l’eventuale riciclo, sono tutte implicate in un processo di inquinamento “nascosto” del quale il consumatore non è a conoscenza. Il trasporto ad esempio è molto inquinante: se si considerano le tonnellate di prodotti che vengono trasportate su gomma nelle autostrade, enorme è la quantità di CO2 emessa dai camion. Una soluzione a ciò sarebbe la trasformazione del trasporto “su gomma” in trasporto “su rotaia”, attraverso la rete ferroviaria e l’utilizzo di treni al posto dei camion. Secondo quanto appreso da uno studio condotto da FerCargo  (l’Associazione di imprese ferroviarie private che rappresentano il 30% del traffico ferroviario delle merci), il trasporto su rotaia è lo spostamento più ecologico. Per ogni tonnellata di carico e per ogni chilometro percorso con un treno merci europeo, nell’atmosfera vanno mediamente 29 grammi di CO2. (altro…)


Cosa succede quando una multinazionale fa greenwashing?(12178)

sabato, aprile 5th, 2014 (12178)

WORKSHOP – Si fa presto a dire green

di Zaninni Caroleo, II A della scuola media I. C. Don Milani, Monte Porzio Catone

Cosa succede quando una multinazionale fa il greenwashing? Ci viene da pensare che probabilmente nasconda qualcosa… qualcosa di poco green! Che nasconda degli operati non ecosostenibili o comunque voglia fingersi come ecosostenibile.

Il greenwashing consiste in campagne pubblicitarie o altre forme di comunicazione, quindi autodichiarazioni, attraverso cui un’azienda si dà “una mano di verde”, facendo sembrare prodotti o comportamenti più verdi di quanto realmente non sono. A volte il greenwashing serve a coprire dei fatti contro l’ambiente, dei fatti poco green, oppure serve a vendere di più in un momento in cui ci si sta più attenti, oppure ancora sbaglia la campagna di promozione. (altro…)


I rifiuti di Unilever dove vanno a finire? Intervista a Ugo De Giovanni(12175)

sabato, aprile 5th, 2014 (12175)

WORKSHOP – Si fa presto a dire green

di Chiara De Luca, II A della scuola media I. C. Don Milani, Monte Porzio Catone

La parola GREENICITA’ deriva dalla parola green, dall’inglese verde, che consiste nel produrre prodotti sostenibili che non danneggiano la salute dell’uomo e dell’ambiente. Questo è il principio utilizzato dall’Unilever, una multinazionale(industria che si trova in ogni stato).

Essa produce cosmetici, detersivi, cibi surgelati, cibi freschi, salse, condimenti, prodotti per la casa, bevande…

Attraverso la lettura dei loro siti utilizzati per farsi pubblicità emerge che L’Unilever non invia rifiuti in discarica, che ha aumentato in soli due anni il suo acquisto dell’Olio di Palma da fonti sostenibili.

Per saperne di più abbiamo intervistato il Marketing Director Unilever e Sustainability team leader di Unilever Italia Ugo De Giovanni.

Se le fabbriche dell’Unilever non inviano rifiuti a discarica, dove vanno a finire?

Dipende dal tipo di rifiuto. Alcuni vengono utilizzati in altre parti del processo produttivo; altri vengono utilizzati in altre lavorazioni (ad esempio scarti di produzioni che vengono rilavorati e vengono trasformati in cibo per animali); in altri casi vengono inviate a termovalorizzazione. (altro…)